Recensione: “Il lungo addio” – Storia di un’amicizia
Un capolavoro del noir, di quelli difficili da trovare oggi. Una storia che senza sbavature e superficialità, senza elementi utili solo al racconto, bensì con chirurgica e sofferta precisione, ci racconta mediante lo sguardo del Detective Marlowe, dell’oscurità e dell’indolenza dell’animo umano.
Il lungo addio di Raymond Chandler, edito da Adelphi con la traduzione di Gianni Pannofino è straordinario.
È la storia dell’amicizia, nata davanti a un drink, tra il detective Marlowe e Terry Lennox, un tipo ambiguo sposato a una ricca ereditiera.
Dopo la morte sospetta di Terry, il detective sente di doversi occupare personalmente del caso e indagando entrerà in contatto con una rete di persone appartenenti al ceto della ricca borghesia che saranno magistralmente collegate alla vittima e tra loro in un finale mozzafiato e inaspettato.
Elemento centrale del romanzo è il punto di vista meraviglioso e fallibilmente umano del detective Marlowe che nonostante l’evidente disincanto, dovuto al tipo di vita che conduce, possiede onore, dignità, umanità e anche una arguta ironia.
L’addio all’amicizia con Terry richiede tutto il corso del romanzo, è lungo, come recita il titolo, perché la partecipazione alla sofferenza interiore dell’altro e la sospensione del giudizio creano legami che solo una evidente e dimostrata incompatibilità nei valori può recidere.
Marlowe ha il cuore e la mente aperti, non si sente mai veramente differente da nessuno.
Questa sua capacità di comprendere ragioni e comportamenti gli consente di creare profondi legami.
È un uomo di grande consapevolezza, onesto, leale.
Il lungo addio è pertanto un romanzo che ha a che fare con i valori e racconta il declino scioccante della morale pubblica e privata e del sopravvento dell’obsolescenza artificiale, quella che caratterizza molti dei personaggi incontrati da Marlowe e a cui egli fa da contraltare con la propria schiettezza e con la consapevole ricerca della cruda verità.
Mentre tutti i protagonisti tentano di preservare il proprio fazzoletto di virtù e ipocrite sicurezze, Marlowe rompe gli schemi e insiste per conoscere e affermare la verità, quella che consente di dire addio a schemi artefatti e che rende talvolta soli e poveri, ma liberi.