Recensione: “Il giovane Picasso”, genesi di un genio
Nelle sale solo il 6-7-8 maggio 2019
Pablo Picasso y Ruiz nasce a Malaga il 25 ottobre 1881 ed eredita la passione per l’arte dal padre, Josè Ruiz, artista e poi professore di disegno, ma anche dal nonno don Diego Ruiz, guantaio con un innato istinto per il disegno e la musica. A otto anni vede una corrida e la dipinge. Comincia così un viaggio straordinario.
“Viaggio” sarà la parola dominante nella vita dell’artista, capace di affrontarne uno artistico e molti fisici, spostandosi in primo luogo a Barcellona, dove risiedeva la comunità artistica più importante della Spagna.
Picasso cominciò la Scuola di Belle Arti e ne contrastò subito l’accademismo, innamorandosi invece dell’architettura della città e dell’eclettismo di Gaudì. Dopo alcuni soggiorni nella capitale spagnola, Madrid, dove frequenta l’Academia Real di San Fernando, Picasso tornerà a Barcellona per inserirsi nell’ambiente stimolante del caffè Els Quatre Gats, simbolo del Modernismo architettonico catalano e luogo di incontro privilegiato dei giovani artisti e intellettuali della città.
Parigi, che doveva costituire tappa intermedia per arrivare a Londra, sarà invece sede essenziale per la definitiva maturazione di Picasso. Lì inizia a frequentare i cafè (Royal, Moulin Rouge, Moulin de la Galette, Le Saint Jean e, più tardi, Au Lapin Agile) e verrà in contatto con espressionismo, impressionismo e in particolare con Van Gogh, di cui acquisirà estro e tecnica.
Ci vorrà però un evento traumatico, la morte del suo amico Carles Casagemas, che il 17 febbraio del 1901 si spara per l’amore non corrisposto di Germaine Gargallo, per una svolta radicale: il cosiddetto periodo Blu, il cui tema dominante sarà la condizione umana, in particolare la povertà.
Sarà l’amore con Fernande Olivier, però, a portarlo nel villaggio di Gosol, sui Pirenei, in un viaggio che sarà segnato dal colore ocra del paesaggio, transizione naturale e potente verso il successivo periodo Rosa. Questo sancirà una grande accelerazione della sperimentazione da parte dell’artista che con Harem prima e particolarmente con Les Demoiselles d’Avignon inaugurerà la stagione del cubismo, attirandosi in un primo momento le feroci critiche e la derisione da parte dell’intero ambiente artistico parigino. La riscossa arriverà solo dieci anni dopo.
Realizzato in stretta collaborazione con cinque grandi musei europei situati nelle città fulcro della sua vita – il Museo Picasso e la Fundación Picasso-Museo Casa Natal di Málaga; il Museu Picasso de Barcelona, dove è conservata la più ampia collezione dei suoi primi lavori; il Museu Nacional d’Art de Catalunya, sempre a Barcellona, e ilMusée national Picasso di Parigi, nella città che Picasso chiamò “casa” – Il Giovane Picasso vede la partecipazione straordinaria del nipote di Picasso, Olivier Widmaier Picasso, e offre scorci unici all’interno dei capolavori dell’artista, intervallati da approfondimenti di storici dell’arte e curatori e dalla lettura di lettere ad amici e amanti del pittore.
Il documentario, filmato nell’arco di due anni, include due fasi essenziali della vita di Picasso – il periodo Blu e quello Rosa – ma non si lascia sfuggire gli anni precedenti. Anni molto meno conosciuti, ma fondamentali per la sua formazione e per il suo successo. Il film si chiude infatti a New York, al Museum of Modern Art, dove uno dei capolavori di Picasso è esposto sin dagli anni Trenta: Les Demoiselles d’Avignon, di cui accennavamo in precedenza. Dipinta nel 1907, quando Picasso aveva solo 25 anni, l’opera, a cui l’artista approdò dopo una serie di schizzi, bozzetti e ripensamenti, è ancor oggi considerata pioneristica.
Il giovane Picasso, penultimo appuntamento del ciclo de “La Grande Arte al Cinema” di Nexo Digital, affronta la genesi del genio spagnolo e si ferma quando il suo mito si consacra definitivamente. Consente così di (ri)scoprire le fasi forse meno conosciute ma più importanti della formazione dell’artista. Il tutto senza mai annoiare e anzi conducendo lo spettatore con mano sicura e grande impatto visivo.