Recensione: “Il cielo tra di noi” – Trattenere il ricordo
Il volumetto di Luigi Fiumara, Il cielo tra di noi, è un breve insight autobiografico che descrive un passaggio intenso ed importante della vita dello scrittore: la perdita di un caro amico in età adolescenziale.
Partendo dal ricevimento della tragica notizia in un piovoso pomeriggio di Febbraio l’autore, come in un doloroso flashback, ripercorre stralci di tappe della condivisione di un breve tratto di vita con il suo più caro amico e del dramma della sua malattia.
La semplicità del linguaggio dell’autore, il racconto delle esperienze di una quotidianità spensierata, dell’affetto dei familiari, della passione per la musica condivisa, richiamano alla giovinezza.
Il romanzo ci riconduce altresì a un Luigi giovanissimo che però a un certo punto affronta per la prima volta e prematuramente, il concetto di perdita.
E’ evidente che più che un lavoro catartico il piccolo romanzo sia un omaggio all’amico scomparso, una sorta di diario capace di accogliere pensieri ed emozioni e che riesce a renderle tangibili.
Quando si subisce la perdita di una persona cara, si prova una forte esigenza di sentire reale e vivo qualcosa che con il tempo tende a sfumare ed è evidente da quanto leggiamo, che Luigi non voglia dimenticare, ma trattenere: ricordi, sensazioni, emozioni e come attraverso un ponte raggiungere il cielo, in modo che questo, non sia un luogo di passaggio ma sostanza viva fatta di amore e ricordo e promesse di felicità.
“Per me la tua voce rappresenta proprio quella canzone che, se anche volessi, non riuscirei mai a togliere dalla mente, ma soprattutto da questo cuore che, seppur ferito, riesce ancora a trattenere con forza la melodia delle nostre promesse”