Recensione: I racconti di Via Garibaldi - Lo sguardo plurale Recensione: I racconti di Via Garibaldi - Lo sguardo plurale

Recensione: I racconti di Via Garibaldi – Lo sguardo plurale

Recensione: I racconti di Via Garibaldi - Lo sguardo plurale Recensione: I racconti di Via Garibaldi - Lo sguardo pluraleI racconti di Via Garibaldi
di Antonella Baldini, Nivio Fortini, Rita Parravicini, Roberto Petrania, Armida Tosi
Effigi Edizioni

Nella sede dell’Unitre in via Garibaldi 19 a Grosseto, Bernardina Tarlati – che ha scritto la prefazione a questo libro – tenne lezioni di un corso di scrittura creativa.
Lì è entrata in contatto con i cinque autori di questi racconti, tutti diversi e tutti animati dalla voglia di condividere, con la scrittura, una parte di loro stessi in quel corso che era anche un “luogo dell’anima”.
I racconti, prodotti durante un lungo arco temporale, sono di varia lunghezza, alcuni brevissimi e altri un po’ più articolati; in questo modo si mostrano, anche nel modo di scrivere, le varie sfaccettature di ogni autrice e di ogni autore.

Alcuni temi sono ricorrenti tra le varie autrici e i vari autori in quanto, tra i racconti scelti dagli autori stessi secondo la loro sensibilità, alcuni erano di risposta a bandi passati come, ad esempio, “Maremma 2067”, “Nata per amare” e, forse, anche “Il professore”.
Alcuni racconti hanno per filo conduttore la speranza in un qualche miglioramento, altri quello di donne forti e volitive che prendono in mano le loro vite, pur tra mille difficoltà e, a volte, persino in modo estremo.
E non importa se i protagonisti sono umani o animali, quel desiderio di riconoscimento, di riconoscersi attraverso lo sguardo altrui, è il solito.
Altri racconti hanno toni crudi e sono senza speranza o possibilità di riscatto, altri disincantati.
L’unione tra loro è in quella fucina di creatività che è stata via Garibaldi a Grosseto, splendidamente esposta nella foto di copertina a opera di una delle autrici.
Perché ne I racconti di Via Garibaldi tutto è curato: dalla copertina, alla grafica, all’impaginazione, allo stacco tra i vari autori.
Non resta che immergerci in questi racconti che parlano della vita reale e immaginata; tra i vari racconti, ce n’è uno, ad esempio, che si sofferma sulla vita al tempo del Coronavirus, trasmettendoci nuovamente tutto quel che si è provato con il distanziamento forzato e la nostra umanità che, alla fine, non può non venire fuori, nonostante la innaturale pratica della distanza dentro e fuori.
Ci immedesimiamo nelle sofferenze di certi protagonisti, salvo poi scoprire, sul finale, che non abbiamo letto la storia di un essere umano, ma di un animale.
Perché in via Garibaldi viviamo tante vite, anche non umane.
In via Garibaldi siamo al contempo nel passato e nel futuro.
Cinque autori che parlano di temi a noi cari e di temi da scoprire.
Cinque autori che parlano di loro stessi.
Cinque autori che, in modo diverso, tra speranza e disincanto, tra forza e resa, parlano a noi di noi stessi come non ci eravamo ancora visti, in via Garibaldi, 19.
Cinque autori e 79 racconti, più o meno brevi e più o meno intensi che parlano alle nostre angosce quotidiane:
“Tornata a casa, mentre preparava la tela, si sentì incredibilmente libera da ogni angoscia e da ogni tormento.
Aveva capito che avrebbe superato le sue angosce, il suo egoismo e il suo egocentrismo, solo accorgendosi delle sofferenze altrui”.
Perché forse siamo un po’ tutte e tutti noi in cerca di salvezza:
“Ecco, io mi sento un “tonno” e come lui sarò liberato da quest’incubo e tornerò da voi sano e salvo”.
E anche il pensiero torna in via Garibaldi, 19. Grazie.

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