Recensione: "I giovani amanti" - Tutto il tempo possibile Recensione: "I giovani amanti" - Tutto il tempo possibile

Recensione: “I giovani amanti” – Tutto il tempo possibile

Recensione: "I giovani amanti" - Tutto il tempo possibile Recensione: "I giovani amanti" - Tutto il tempo possibile“Respiriamo ancora la stessa aria, approfittiamone per tutto il tempo che resta”.

Sólveig Anspach è morta di cancro al seno il 7 agosto 2015 all’età di 54 anni. Sólveig Anspach non era una donna qualunque, era una regista franco-islandese, suoi i film Queen of Montreuil e L’effetto acquatico. Prima di morire, la regista stava lavorando in coppia con Agnès de Sacy a un nuovo film, una storia d’amore tra una donna matura e un uomo molto più giovane di lei, ispirata alla storia vera di sua madre.

Oltre al fatto di ispirarsi alla madre di Anspach, che a 75 anni ha riscoperto l’amore con un uomo più giovane, il film era anche un intenzionale inno alla vita. Anspach sapeva che la sua sarebbe terminata a breve. Due giorni prima di morire, la regista si fa promettere da Agnès che il progetto avrebbe visto la luce e che sarebbe stato girato da una donna.

La storia è stata raccolta in eredità e trasformata finalmente in un film da Carine Tardieu. Subentrare non è stato certo facile. Ma l’autrice francese è riuscita a ricreare il tono giusto, realizzando un film pieno di grazia, mai morboso, che apre a tante riflessioni.

“Rispondere alla paura della morte con il desiderio di vita, è il tema di questo film, ed è ciò che Sólveig mi ha trasmesso con questa storia”, afferma Tardieu. E quale modo più efficace per esprimere questo concetto se non con una grande storia d’amore senza età?

Un amore che sembra andare oltre ogni convenzione: Shauna e Pierre si incontrano per la prima volta in ospedale, dove la migliore amica della prima sta per morire e dove il secondo esercita come medico. “Respiriamo ancora la stessa aria, approfittiamone per tutto il tempo che resta” dice Pierre a questa donna molto più grande di lui, invitandola a godere ogni istante del presente in cui l’amica è ancora viva. C’è dolcezza e condivisione istintiva in questo incontro; “mi fa bene” risponde Pierre, probabilmente lui stesso reduce da un dolore, a chi gli chiede perché resti in ospedale e non se ne ritorni a casa. Quindici anni più tardi, Pierre ha una moglie, due figli e sta conducendo un’importante ricerca su una terapia sperimentale contro il cancro. I giri del destino gli fanno rincontrare casualmente Shauna, che affermata architetta in pensione, a 70 anni, pur essendo ancora molto bella, ritiene di aver chiuso definitivamente il capitolo romantico della sua vita. Mentre Shauna non ha memoria del loro primo incontro, l’uomo sembra invece ricordarne ogni dettaglio. Da quel momento la vita emotiva di Pierre, funestata dalla perdita di un figlio avvenuta in passato, si rianima.

Il film racconta il progressivo e delicato avvicinamento tra i due, lei più grande di lui di 25 anni, tra pudore, attrazione, turbamento, timori, pensieri dolci, messaggi buffi distorti dal T9 e mani che si intrecciano.
La loro relazione è un punto di rottura totale, per lui, per lei, per tutto quanto la società ritiene “consono”. Ma Shauna è una donna malata, senza futuro e Pierre ha una famiglia che ama. Quasi increduli su quanto stia loro inaspettatamente accadendo Pierre rivede le sue certezze coniugali, e Shauna fa i conti con un avvenire definito, più che dall’amore, dagli incipienti problemi di salute tipici della terza età.

I giovani amanti  è un dramma romantico, emozionante e delicato, protagonista una strepitosa Fanny Ardant, così ricca di sfumature e intensità. Fanny Ardant presta la sua bellezza non ancora sfiorita al personaggio di Shauna facendola brillare in scena e nella vita di Pierre. Non vi è mai un briciolo di malizia nel suo personaggio.

L’amore non ha età, sembra una frase fatta ma è in realtà un “tranquillante”. Perché la natura di solito ci spinge a innamorarci di coetanei, ma può anche succedere qualcosa di diverso. Quindi, calma: l’amore non ha età.
Tuttavia sensi di colpa e disagio si trascinano di scena in scena per Shauna, in costante allarme per la potenziale fonte di infelicità che le deriva dall’età avanzata e dalle condizioni di salute connesse.

Ma Pierre è innamorato di un amore che si nutre parimenti di senso e di intelletto. Melvil Poupaud che interpreta Pierre, mette  in scena magistralmente la potenza del sentimento, senza eccessi, con estremo pudore, che in Shauna diviene vergogna, diviene urgenza, ricerca di un rimedio…
Ma una relazione di questo genere, può vivere solo fuori da ogni progetto, per il tempo che può durare. Un simile amore vivrà per il tempo che potrà, ogni altra considerazione non farebbe che alimentare incomprensioni e sofferenze.

Vivere intensamente tutto il tempo possibile è la grande lezione di questo film, nelle sale dal 23 giugno. Ma è anche la grande lezione di Sólveig Anspach, la regista scomparsa prematuramente, che ha saputo trasformare il suo progetto in un sogno nel cassetto e ha messo le chiavi del cassetto nelle giuste mani.

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