Recensione: “Gusci”. Da un amore finito può rinascere una nuova vita. La storia per guarire un cuore ferito
“Se immaginavo la vita senza di te, sentivo soltanto il vuoto”.
L’unica cosa che le è rimasta alla protagonista di “Gusci”, scritto da Livia Franchini edito da Mondadori, dopo dieci anni di vita passata insieme al suo amato, è soltanto una lista della spesa.
Ruth ha trent’anni, lavora come infermiera in una casa di riposo ed è appena stata lasciata dal suo compagno. L’unica cosa che trova di lui nella loro casa d’amore, così vuota dopo l’abbandono del suo fidanzato, è la lista della spesa che aveva compilato con lui per la settimana a venire.
Ed è a partire da quella lista che Ruth racconta la sua storia e ripercorre la relazione con Neil fin dal loro primo incontro. Ogni ingrediente è un salto nel tempo, ma anche un cambio di prospettiva e di registro narrativo. Lo zucchero, quindi, ci trasporta al momento in cui Neil ha visto Ruth per la prima volta attraverso la vetrina di un’agenzia di viaggi, la pizza è il diario scritto da un’amica di Ruth durante una vacanza che hanno trascorso insieme a Roma, il deodorante ci porta ancora più indietro, ai tempi del liceo, a sbirciare le chat tra le sue compagne di scuola, mentre gli spaghetti sono un’eloquente incursione nella casella di posta elettronica di Neil.
Tra uova, mele, olive e balsamo, Ruth scopre che sono molti anni che modella la propria identità in base alle aspettative e ai desideri delle persone che la circondano: il suo fidanzato, ma anche i pazienti della casa di riposo, le colleghe, la sua famiglia. Ora ha bisogno di capire chi è senza Neil, deve imparare a camminare da sola.
Attraverso una voce fresca, tagliente, e un impianto narrativo originale e ipercontemporaneo, in “Gusci”, Livia Franchini ci spiazza continuamente decostruendo un genere dall’interno, disattendendo uno per uno tutti i cliché e i canoni del romanzo d’amore. Gusci è un oggetto intimo, eccentrico, imprevedibile, che esplora la complessa posizione di una giovane donna non convenzionale nella nostra società, sollevando al contempo domande enormi sull’amore, la perdita e l’identità.
Ruth è consumata dalla rabbia:
“L’ho sentita trafiggermi il cervello, bianca ed affilata come il dolore di un osso fratturato, la sera in cui se n’è andato. Poi è sparita.”
Ripensa alla sua infanzia, alla mancanza e alla consapevolezza che non hai mai avuto delle vere e proprie amicizie: Ruth non era mai stata un tipo che si legava, lo sapeva bene perfino lei stessa, forse anche per il suo carattere introverso e timido.
Partendo da qui rimette in discussione tutta la sua vita, poiché come dice la canzone, “per rinascere bisogna un pò morire”.
Tutti hanno vissuto, almeno una volta nella vita, la sua stessa situazione: credevamo di aver trovato il grande amore, nonostante i difetti, ma abbiamo passato oltre perché volevamo credere che, grazie all’amore, si può superare tutto.
Invece attraversando la tempesta, credendo che mai più il nostro cuore si sarebbe ripreso, è arrivata all’improvviso una nuova rinascita, che ci ha permesso di andare avanti. E nel momento stesso, in cui il nostro cuore e la nostra anima sono guarite della sofferenza e dall’abbandono, abbiamo compreso una nuova persona. Cambiata sicuramente profondamente dal dolore, ma più forte di prima ed aperta a nuove esperienze. Ed è proprio questo che accade a Ruth, protagonista di “Gusci”, che rappresenta un pochino tutte le donne del mondo, che nella loro vita hanno davvero amato e messo il cuore in una relazione finita purtroppo male.
Livia Franchini (Pisa, 1987) è scrittrice e traduttrice, in italiano e in inglese. È autrice di una raccolta di poesie, Our Available Magic (Makina Books, 2019) e ha tradotto, tra gli altri, Michael Donaghy, Sam Riviere e James Tiptree Jr. È la coordinatrice del prestigioso Goldsmiths Prize e uno dei membri fondatori di FILL (Festival of Italian Literature in London). Gusci, che nasce in lingua inglese, è il suo primo romanzo ed è stato pubblicato in Gran Bretagna nel 2019 per Doubleday con il titolo Shelf Life. Da quasi quindici anni vive a Londra, dove insegna scrittura creativa in ambito accademico.