Recensione: “Guida al Cammino di Santiago de Compostela” - La meta interiore Recensione: “Guida al Cammino di Santiago de Compostela” - La meta interiore

Recensione: “Guida al Cammino di Santiago de Compostela” – La meta interiore

Recensione: “Guida al Cammino di Santiago de Compostela” - La meta interiore Recensione: “Guida al Cammino di Santiago de Compostela” - La meta interioreA partire dalla scoperta della tomba di San Giacomo il Maggiore e la costruzione della Cattedrale intorno alle sue reliquie, avvenuta tra l’ 800-900 d.c., Santiago di Compostela è divenuta una delle più importanti mete di pellegrinaggio al mondo.

Che ci si approcci a questo cammino per motivi etici e religiosi, che si tratti di una sfida personale o di un’esperienza turistica o sportiva, il volumetto “Guida al Cammino di Santiago de Compostela” Di Alfonso Curatolo e Miriam Giovanzana, edito da Terre di Mezzo, è uno strumento imperdibile per la sua realizzazione.
La guida fornisce indicazioni semplici e chiare sulle possibilità chilometriche in base al budget di tempo a disposizione e incoraggia anche chi non può permettersi di viaggiare per tutto il mese previsto dall’intero cammino, suddividendolo in diversi step possibili.

Essa fornisce moltissime indicazioni, non solo sui percorsi ma anche sulle modalità del viaggio.
È ordinata in base a delle tappe progressive e per ciascuna di queste, fornisce illustrazioni, valutazioni chilometriche, altimetriche, indicazioni sul grado di difficoltà, peculiarità climatiche e notizie relative all’ospitalità eventuale, costi compresi.
In verità manca un indice, ma le tappe sono indicate nelle prime pagine e contrassegnate da un colore e un numeretto che rimanda alla parte superiore del volumetto.

Molto interessanti le note in grassetto inserite nella parte descrittiva dei capitoletti e che richiamano allo spirito del cammino.

La bellezza e la peculiarità di questo volume tascabile sta tutta in questa partecipazione degli autori, che avendo percorso questo cammino numerose volte ed essendo esperti, “accompagnano” il pellegrino personalmente.
La guida dunque perde ogni connotazione di sterilità.
Del resto chi ama camminare spesso lo fa non per un’esigenza fisica, ma soprattutto interiore.

Chi ama camminare sa che ogni persona che incontra lungo il cammino diventa compagno e fratello di viaggio anche per lo spazio di qualche chilometro.

Non è raro sentirsi vicini durante il cammino a degli sconosciuti, entrare intimità ed empatia e condividere cibo, sentimenti, a volte anche lamentele.
Goethe scriveva: “Solo dove stavi camminando, sei stato anche reale»

E infatti il cammino non è un andare per giungere ad una meta, ma probabilmente la meta è un luogo interiore in cui poter essere totalmente se stessi ed incontrando se stessi incontrare realmente gli altri.
Il cammino dunque, pur apparendo l’impegno di un singolo, diventa invece simbolo di solidarietà, condivisione e fratellanza.

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