Recensione: “Emotion, Love & Power: l ’epopea degli Emerson, Lake & Palmer”. Storia e mito del primo supergruppo del rock
È il 1952 quando l’ottuagenaria (o almeno così si descrive) Miss Marshall viene chiamata a dare lezioni di pianoforte a un bambino di otto anni che si interessa alla musica. Il piccolo Keith avrà subito in antipatia le regole rigide delle scale e più in generale, appunto, della musica.
Il bambino è Keith Emerson e non si separerà mai più dalla tastiera: partendo da una solida base di musica classica, sarà capace di interpretare magistralmente il jazz, il blues e successivamente innovare il rock, inserendo elementi che poi saranno propri della maggior parte dei gruppi progressive, con i quali, soprattutto nell’esperienza più conosciuta della sua carriera, intratterrà un vero e proprio rapporto osmotico.
Fabio Rossi, autore dei successi Quando il rock divenne musica colta – Storia del Prog e Rory Gallagher – Il bluesman bianco con la camicia a quadri, intraprende un viaggio che svela un mondo oggi quasi inimmaginabile, nel quale con la sola passione e tanto talento si potevano davvero scalare le pareti del successo. Emerson, Lake e Palmer sono tre grandi artisti dei quali scoprire l’evoluzione, le ascese, le piccole cadute che poi li hanno portati alla creazione di quel supergruppo chiamato semplicemente Emerson, Lake & Palmer.
Emotion, Love & Power: l ’epopea degli Emerson, Lake & Palmer (Chinaski Edizioni) è un volume agile e davvero gradevole alla lettura: lo stile di Rossi, un simpatico incrocio tra racconto e documentario, consente di tenere un ritmo sempre elevato, talvolta trasmettendo addirittura un po’ dell’adrenalina che pubblico, palco e rock possono produrre in grande copia. Non c’è dubbio che gli ELP siano stati tra i primi a far digerire al grande pubblico una musica fatta di grande complessità, ambiziosa senza mai sfociare nel pretenzioso ma capace di esaltare le abilità di ognuno dei protagonisti con qualche licenza per il virtuosismo, in particolare nel caso di Emerson.
Estro, voglia di osare, eccentricità sono le caratteristiche che ogni rockstar dovrebbe avere e Keith Emerson ne è sicuramente un grande esempio. Tutta la scena prog ne sarà invasa, come ben rappresentano i Genesis dell’epoca di Peter Gabriel. Ma una specificità dei gruppi rock dei Settanta è la loro capacità di interfacciarsi con un più ampio movimento artistico, ad esempio attraverso la collaborazione per le copertine degli LP, ovvero dei dischi in vinile, il cui formato consentiva la stampa di vere e proprie opere d’arte, motivo probabilmente di un loro prepotente ritorno nei tempi più recenti, nonostante venissero ormai bollati come vecchi arnesi.
Fabio Rossi ha iniziato a scrivere di musica nel 2009 sul sito www.Metallized.it redigendo recensioni, articoli e live report. Sullo stesso sito, fino al 2014, ha portato avanti con altri colleghi un progetto teso a divulgare tra il popolo del metal altri generi, quali il prog, la fusion, il blues e il punk, ottenendo ottimi riscontri. Nel 2015 ha scritto il suo primo saggio “Quando il Rock divenne musica colta: Storia del Prog” (Chinaski). Il libro, ristampato più volte, è stato presentato al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Nel 2017 è la volta del libro “Rory Gallagher: Il bluesman bianco con la camicia a quadri” (Chinaski) che ha ottenuto unanimi consensi. Dal 2017 tiene conferenze sul rock nell’ambito della manifestazione Rock Generation – Incontri con la Musica che si svolge in Frascati (Roma). Collabora dal 2018 con il sito Magazzini Inesistenti recensendo nuove uscite editoriali e discografiche. Scrive saltuariamente sulle riviste Prog, Classix e Classic Rock.