Recensione: "Delivery" - Verso la meta Recensione: "Delivery" - Verso la meta

Recensione: “Delivery” – Verso la meta

Recensione: "Delivery" - Verso la meta Recensione: "Delivery" - Verso la metaDelivery
di Peter Mendelsund
Tradotto da Stefano Valenti
ilSaggiatore edizioni

Delivery ci trasporta in un mondo sommerso, eppure alla luce del sole o delle lanterne notturne: quello delle consegne, spesso in bicicletta.
Il pedalare continuo spingendosi sempre in avanti sembra la metafora delle nostre vite.
Vite sempre più social e sempre più distanti. Vite in cui una cattiva recensione può decidere del tuo destino, anche monetario. Vite in cui occorre prevedere le paranoie altrui e se ti capita di toccare inavvertitamente il cliente puoi avere una giornata segnata nonostante la tanta fatica.

Questo libro del 2021, uscito in traduzione nel 2022, è un’istantanea sulla nostra frenetica società e sui nostri consumi. Un’istantanea mossa perché in movimento perenne, senza sosta. Sembra un saggio di denuncia sociale con i caratteri, lo stile, la prosa di un romanzo.

L’originalità del libro è in questo unire la parte poetica e la parte romanzata con la saggistica immaginata.

Nomenclature indefinite: la città, il ragazzo delle consegne, le vie.
Il libro parte con una prosa quasi in versi come se si volessero sancire e fissare i vari attimi delle varie consegne effettuate.

Nella seconda parte del libro la prosa comincia a farsi più fitta come un romanzo e, assieme al ragazzo delle consegne, alle sue paure, alle sue ansie da performance, alle sue speranze di veder ricambiato l’amore per N., pedaliamo senza sosta verso una meta sempre più vaga fino a perdere il respiro.

La prosa, infatti, comincia a farsi sempre più fitta al punto da non prendere fiato nemmeno con la punteggiatura, l’assenza della quale sta quasi a rimarcare quell’ultima consegna che pare un’impresa sempre più impossibile e dal finale incerto.

E allora, assieme alla sapiente penna dell’autore e alla ricercatezza e delicatezza del traduttore, possiamo riconoscere nel ragazzo delle consegne (e un po’ anche in noi, in questa nostra società) “una capacità di andare avanti, una capacità di andare avanti all’infinito se necessario, avanti e avanti, e anche se non sapeva ancora verso cosa si muovesse, sapeva che una vita felice era una vita a capofitto, una vita fluida, e che qualsiasi cosa gli fosse capitata, poteva affermare, infine, sarebbe stato in grado di affrontarla”.

Un augurio, una promessa, una lettura che non ti abbandona, fino alla fine.
O fino alla prossima consegna.

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