Recensione: Delitto a Human Technopole

Recensione: Delitto a Human Technopole

Recensione: Delitto a Human TechnopoleIl romanzo “Delitto a Human Technopole”, di Giovanni Azzone, edito da Brioschi, ci conduce nel 2033, in un mondo in cui impera la tecnologia più sofisticata: automobili senza conducente, occhiali da metaverso, robot maggiordomo, dark web e intelligenza artificiale elevata alla massima potenza.
Potrebbe sembrare, quindi, un romanzo di fantascienza che ci inviti a riflettere sui rischi connessi alle invenzioni previste per un futuro prossimo, ma si tratta di un giallo con risvolti psicologici, nel quale si pone l’accento sulla necessità di “non dimenticare che siamo esseri umani e non immagini su uno schermo”.
Nonostante la tecnologia avanzata, infatti, è l’intelligenza umana, quella dell’investigatore Giulio Arrigoni e del suo staff, a risolvere l’enigma dell’omicidio di una nota scienziata nella notte del primo dell’anno.
Passione, denaro e potere costituiscono il possibile nonché classico movente intorno a cui si svolgono le indagini, che nel giro di 11 giorni, con una serie di depistaggi e colpi di scena fino alle ultime pagine, portano alla soluzione.

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