Recensione: “Da luoghi lontani” – Emozioni di tempi lontani
Da luoghi lontani
“C’è un che di cosmico e definitivo in questo paesaggio, quasi che le immagini color pastello dell’ultima ora del giorno si fossero spogliate dai loro abiti, rivelando, sotto, un’anima nuda. L’onda lunga dei ricordi lontani e dei sapori che mi hanno lasciato in bocca nell’arco di tutta la vita mi aleggia ancora intorno. Sembra che la mia memoria sia pronta a riceverli”.
Questo è “Da luoghi lontani” di Giovanni Agnoloni (nato a Firenze nel 1976, scrittore, traduttore letterario e blogger), Carlo Cuppini (nato a Urbino nel 1980, ha lavorato nel campo del teatro e della danza prima di dedicarsi all’editoria), e Sandra Salvato (nata a Firenze nel 1972, giornalista, autrice ed esperta di comunicazione) [Arcadia Editore].
Il testo, scritto a sei mani, si compone di nove racconti suddivisi in tre aree tematiche differenti ove i tre autori, seppur ognuno col proprio stile letterario, perseguono il medesimo obiettivo ovvero il ripercorrere momenti di vita, ricordi, sensazioni, ciò che è stato e avrebbe potuto essere, ciò che non è stato e non avrebbe potuto essere e viceversa.
I protagonisti dei racconti affrontano il loro viaggio interiore in prima persona seguendo le proprie elugubrazioni mentali poiché ognuno approccia alla propria storia con una sensibilità e percorsi differenti. Lo stesso lettore per comprendere a pieno il significato delle singole storie, apparentemente slegate, ma di fatto legate da un sottile filo conduttore, ricche di metafore, sbalzi temporali e cambi di scena, deve approcciare alla lettura con una particolare sensibilità e attenzione. Non sono racconti da leggere con leggerezza altrimenti si rischia di non comprenderne il senso.
“Il mondo naturale […] è un mondo di varietà e complessità infinite, un mondo multidimensionale che non contiene né linee rette né forme perfettamente regolari, nel quale le cose non avvengono in successione ma tutte contemporaneamente; un mondo in cui – come ci insegna la fisica moderna – persino lo spazio vuoto ha una curvatura.”
( FRITJOF CAPRA, Il Tao della fisica, traduzione Giovanni Salio, Milano, Adelphi, 1989, pag.31)