Recensione: “Cose da ragazze, una guida gioiosa alla pubertà” Da vagina a passerina allegramente
Cose da ragazze. Una guida gioiosa alla pubertà
di Nina Brochmann e Ellen Støkken Dahl,
illustratore Magnhild Winsnes.
Editore Sonzogno
Collana Varia
“Cose da ragazze, una guida gioiosa alla pubertà” rappresenta la visione, in formato libro, di tutto quello che noi, ragazze in pubertà negli anni ‘80, avremmo voluto imparare sul corpo femminile e sui nostri cambiamenti fisici.
Questo testo, figlio di un’epoca di emancipazione sessuale, è un privilegio per le giovani donne che si approcciano a leggerlo.
La grafica è accattivante, la narrazione è intima e gioiosa, la scrittura agevole e comprensibilissima a partire già dagli 11 anni.
Ad una prima impressione potrebbe sembrare che il testo sia rivolto esclusivamente ad una fascia di età prepuberale, ma in realtà, perfino donne adulte potrebbero scoprire, nel leggerlo, altre verità rispetto a quelle a loro tramandate e che sono diventate nel tempo, delle vere e proprie leggende metropolitane.
Questo potrebbe essere definito come un libro verità; una verità che si palesa perché è libera dagli infiniti condizionamenti etici e morali circa il corpo della donna.
È un libro non misogino, non omofobo, non bigotto, non solo medico.
La conoscenza del nostro corpo in età puberale è stata infatti, delegata solo ed esclusivamente alla medicina, come se rivestendo questi argomenti di scientificità, si potesse in qualche modo dare loro una connotazione “ripulita”.
Guai a dover sorridere e a chiamare la vagina “passerina”.
Guai a dover esplicitare come naturale in certi individui la predisposizione all’omosessualità.
Guai a dover parlare di mestruazioni senza legarle in maniera indissolubile e scientifica alla riproduzione.
Guai a dover parlare di desiderio di intimità e di disturbi dell’umore senza fare riferimento a squilibri ormonali e ossitocina.
Chiaramente questo libro possiede anche una componente scientifica, che è imprescindibile dalla comprensione dei fenomeni legati al cambiamento nell’organismo in pubertà, ma questo tipo di narrazione non è vincolante.
Il testo dimostra che la vera educazione sessuale necessita di vari strumenti, compreso quelli relativi all’approccio emotivo.
Del resto spiegare ed educare sono termini molto diversi nel significato.
L’etimologia del termine “educare” indica proprio il guidare, il condurre qualcuno a un livello di consapevolezza superiore, che tenga quindi conto dell’aspetto emotivo e del senso di inclusione.
Nel libro si fa spesso riferimento a un club, quello delle ragazze che conoscono il proprio corpo.
Noi donne di precedenti generazioni, che siamo cresciute molto sole nella nostra formazione sessuale, sappiamo quanto sia importante sentirsi parte di qualcosa a cui attingere nei momenti di insicurezza, specie nel periodo adolescenziale.
Questo libro ha di semplice solo il linguaggio.
In realtà il suo contenuto è potente, perché racchiude tutti gli ingredienti necessari ad una multifattoriale e approfondita conoscenza di sè, educando quindi, e non semplicemente spiegando.
Nina ed Elen, amiche delle adolescenti, con questo testo innescano in loro la fiducia necessaria ad integrare i vari aspetti correlati ai loro turbamenti e ad accompagnarle gioiosamente nella vita adulta.
“Ci chiamiamo Ellen e Nina, siamo dottoresse abbiamo scritto questo libro per te. Se ti chiedi cosa sono le mestruazioni, quando ti crescerà il seno, perché hai i brufoli, oppure altre cose più intime, significa che stai vivendo un periodo di grandi cambiamenti… Magari alcuni sono già iniziati! È un momento elettrizzante (…) Come due sorelle maggiori, non vediamo l’ora di accoglierti nel club!”