Recensione: “Come il mare” – le tracce di ciò che è stato
“Come il mare”
Di Stefania Papa
GrausEdizioni
Tutti, o quasi, ricorderemo il 2020 come un anno infausto, per molti versi difficile. Ci siamo visti sottrarre familiari e amici, molti hanno visto polverizzarsi quella stabilità economica che si erano guadagnati faticosamente nel tempo.
C’è chi si è visto portare via la vita, senza poter far niente o chiederla indietro, da un ladro invisibile e vigliacco.
C’è tutt’ora chi porta addosso traumi e strascichi di quel periodo, con cicatrici nel corpo e nella mente.
Forse è stato quest’ultimo il danno più grande in chi oggi ricorda il 2020, perseguitato tuttora da ansia e sconforto.
“Come il mare” è un racconto autobiografico di Stefania Papa ambientato nel 2020, che sarà ricordato come “l’anno della pandemia”, dove descrive le esperienze e le emozioni di quel periodo.
Dalle sue pagine si percepisono la sua grande religiosità, il suo essere madre e i suoi studi Pedagogici. Le sue riflessioni si concentrano su uno spaccato di vita dei suoi figli e dei bambini in generale, mostrando il danno sociale e psicologico che un periodo del genere può causare in un “piccolo uomo”, come la scrittrice affettuosamente definisce i bambini.
E’ palese, in ogni singola parola, il suo immenso amore per i bambini, sentimento che è riuscita a trasformare in lavoro e in vocazione. Quest’amore stesso diventa il vero centro della storia tendendo a mettere tutto il resto in secondo piano.
Protagonista metaforico è sicuramente il mare, con il quale la stessa scrittrice si identifica, arrivando a personificarlo e a confidare a lui i suoi pensieri.
L’autrice in questo testo condivide la sua esperienza totalmente, nella piena verità di ciò che ha vissuto aggiungendo particolari molto personali che possono parere esagerati o controversi.
Ma controverso ed “esagerato” è stato quanto abbiamo vissuto noi tutti nel 2020. La scrittrice con la sua narrazione avvolgente, prende per mano il lettore e lo guida nei suoi ricordi, attraverso le sue emozioni.
Al termine del libro è stato aggiunto uno spazio dedicato al lettore, dove si possono annotare pensieri e riflessioni, un’idea che invita alla condivisione del proprio sentire che ho trovato molto tenera e delicata.
Un modo per tendere una mano vincendo la materialità di carta e inchiostro, perché anche se ora siete in ginocchio, un giorno potrete rialzarvi, forse ci vorrà tempo, ma ne varrà la pena.