Recensione: “Come delfini tra pescecani” – Un’indagine per i cinque di Monteverde
Come delfini tra pescecani
di François Morlupi
Salani Editore
La fascetta gialla che elegantemente racchiude il libro “Come delfini tra pescecani”, riporta la dicitura: ”Il noir più atteso dell’anno”. Infatti, il ritrovamento di più cadaveri morti ammazzati da parte degli inquirenti, non smentisce certamente la definizione di “noir”. Indagini, autopsie, interrogatori e inseguimenti sono le caratteristiche di questo intrigante genere letterario. Ma, man mano che si va avanti con la lettura, emergono svariati fattori che ci mettono davanti a prospettive diverse.
Il libro non è solo un classico thriller, ma anche lo specchio accurato e introspettivo di ogni personaggio, ognuno con la propria peculiarità e le proprie debolezze.
Il commissario Ansaldi, ipocondriaco e ansioso, è fisicamente l’esatto contrario dell’archetipo del bellone sciupa femmine ed esilarante è la descrizione del suo rapporto con Chagall, il suo cane che fa le “puzza”. Il vice commissario Eugénie, bellissima e preparatissima, ma dura e tenace quanto inarrivabile, con un problema mai risolto che la blocca da quasi due decenni. Eliana Alerami, poliziotta giovane e affascinante, desiderosa a migliorarsi a costo di grandi sacrifici. Leoncini bello e ambito dalle donne e Di chiara, appassionato di calcio a livello maniacale.
In una Roma, bella, eterna ma caotica e rumorosa, si intrecciano storie di omicidi che sembrano portare a un vicolo cieco. Non mancano pagine che fanno riflettere su una società con i suoi punti deboli e irresoluti sull’indifferenza umana di fronte alla solitudine e all’abbandono degli anziani e alla difficoltà dei giovani a trovare una strada.
Con uno stile ironico e scanzonato e con capitoli brevi e veloci che ti invogliano alla lettura, Morlupi ci fa amare sin dalle prime pagine i protagonisti della “stramba” squadra del commissariato di Monteverde, che pur essendo così diversi, di fronte ai difficili casi di omicidio, diventano coesi e collaborativi senza invidia e rancori, fino a stringere tra loro un forte legame umano. Legame tanto forte da farli diventare “una famiglia” che, in mezzo a un branco di “pescecani”, può sopravvivere solo con l’intelligenza dei “delfini”.
François Morlupi, italo-francese, è nato a Roma nel 1983 e lavora in ambito informativo in una scuola francese di Roma, ha scritto anche “Nel nero degli abissi“ e “Il colbacco di Sofia”.