Recensione: Classici alla gogna – La Cancel Culture e la cattiva interpretazione della storia
Classici alla gogna
I Romani, il razzismo e la cancel culture
di Mario Lentano
Salerno Editrice
Classici alla gogna è un saggio sorprendente perché rappresenta un connubio tra letteratura e metodo scientifico.
L’autore, Mario Lentano con grande cura e dovizia di riferimenti storici e letterari smonta letteralmente il fenomeno Cancel Culture, nato in seno all’Università di Princeton.
Uno dei sostenitori e promotori di questa teoria, Daniel Padilla Peralta, docente di storia romana, sostiene: – gli autori antichi hanno giocato un ruolo determinante nella formazione di una cultura bianca suprematista e discriminatrice nei confronti delle minoranze, “vittime di violenze perpetrate da coloro che hanno tratto ispirazione da tale studio” -.
Lentano redige con meticoloso metodo scientifico la prima parte del saggio e mostra le prove documentali che occorrono per smontare la questione dibattuta e sostenuta da Peralta, che viene affrontata però solo nell’ultima parte del libro e che leggiamo quasi per una sorta di obbligo morale ma senza morbosità, in quanto il resoconto storico iniziale è talmente dirimente la questione, da rendere assolutamente inaccettabili le motivazioni a supporto delle tesi del professore di Princeton.
Secondo i documenti esposti da Lentano, in nessun momento storico gli antichi romani hanno mai discriminato o escluso dai privilegi individui per la loro storia, l’appartenenza etnica o per il colore della pelle, ma hanno semplicemente preso atto dell’esistenza di differenti caratteristiche somatiche tra gli esseri umani; i Romani non risulta che abbiano mai utilizzato il termine “bianchi” per riferirsi a sé stessi né che siano ricorsi a suo opposto “neri” per individuare una specifica categoria di esseri umani come gruppo separato.
Ai promotori e sostenitori di questa cultura della cancellazione Lentano concede un ultimo e definitivo “calcio nel sedere” svelando addirittura motivazioni recondite correlate a bieche logiche di bilancio universitarie, che vedono una scarsa affluenza di studenti nei corsi di studi classici e che pertanto risultano essere poco redditizi per le università americane.
La conoscenza mediante un saggio di questo tipo è fondamentale per tutti coloro che si trovano di fronte a fenomeni del genere e ne rifiutano le implicazioni e i divieti per amore della storia ma non hanno competenze e quindi argomentazioni solide, per contrastarli e impedirne l’amplificazione immotivata operata attraverso i media e i social media.
La Cancel Culture -ci illumina Lentano- non nasce da un’altra prospettiva sulla Storia ma da una cattiva interpretazione della Storia.
Scrive Lentano in un intervista:
“Nel mio libro cerco di dimostrare che almeno nel caso del razzismo tale chiamata in correità non ha ragion d’essere e che anzi quella romana è una società nella quale il colore della pelle non è mai stato invocato come criterio di discriminazione; ma anche quando non è così, è lo stesso presupposto della cancel culture ad apparire intellettualmente rozzo e persino pericoloso, nella misura in cui rischia di sfociare in un nuovo conformismo e di promuovere un canone non meno arbitrario di quello che intendeva combattere”