Recensione: “Città Novecento” - docufilm - Progettare una città operaia Recensione: “Città Novecento” - docufilm - Progettare una città operaia

Recensione: “Città Novecento” – docufilm – Progettare una città operaia

Recensione: “Città Novecento” - docufilm - Progettare una città operaia Recensione: “Città Novecento” - docufilm - Progettare una città operaiaIn occasione della recente nomina di Capitale Europea dello Spazio 2022, assegnata alla Città Metropolitana di Roma Capitale, esce in sala il 21, 22 e 23 febbraio 2022, Città Novecento, docufilm scritto e diretto da Dario Biello, prodotto da Filmedea in co-produzione con Luce Cinecittà, presentato in anteprima mondiale nella sezione Riflessi alla scorsa Festa del Cinema di Roma.

Ha sottolineato il regista Dario Biello: ‘Città Novecento’ è un’opera di sperimentazione e ricerca con la quale vogliamo raccontare le città come luoghi nei quali fare impresa, innovazione, architettura e socialità identitaria, un viaggio che inizia dalla fondazione dei villaggi della rivoluzione industriale del XIX° Secolo e intende spingersi fino alle città della rivoluzione spaziale del XXI° Secolo”.

Protagonista di questo esordio Colleferro.
Con la conversione di una fabbrica da anni in disuso, lo zuccherificio della Società Valsacco, nella fabbrica Bombrini Parodi Delfino per la produzione di esplosivi, ebbe inizio già nel 1912 lo sviluppo di Colleferro.
Il primo nucleo di case la chiesa di San Gioacchino nacquero presso lo scalo della stazione ferroviaria.
Nel nuovo nucleo di case, conosciuto come “Villaggio BPD”, si trasferirono numerosi operai con le loro famiglie, provenienti da diverse regioni d’Italia.

Colleferro continuò la propria espansione urbana per tutti gli anni venti e trenta. Il presidente della BPD affidò a Riccardo Morandi il piano di fabbricazione della “Nuova Colleferro”, divenuta Comune autonomo con Regio Decreto n. 1147 del 13 giugno 1935. Morandi definì l’intera “Città operaia”, secondo i criteri imposti dalla committenza.
L’ingegnere era un progettista e costruttore di grandi capacità, aveva introdotto sostanziali novità nel campo delle grandi strutture, dedicandosi fin dagli esordi allo studio e alle applicazioni del cemento armato precompresso.
Numerose furono le ipotesi progettuali del piano di fabbricazione redatte sul finire dell’anno 1935, prima di approdare a quello definitivo del gennaio 1936.
Nel 1936 progettò e diresse la costruzione della chiesa parrocchiale dedicata a Santa Barbara, prima opera in ordine di tempo che si possa attribuire interamente a Morandi anche sul piano architettonico, dove sperimentò strutture verticali in conglomerato cementizio armato di minimo spessore, solette di appena 15 cm, lasciate a faccia vista, costituenti il pronao e il campanile dell’edificio di culto.

In un breve breve arco di tempo, 1936-39, furono realizzate numerose costruzioni, come l’edificio comunale, la scuola elementare, la caserma dei Vigili del Fuoco, il Regio Commissariato PS, il Mercato Coperto, il Cinema-Teatro, la Casa della Madre e del Bambino, l’orfanotrofio, i dormitori per gli operai, il convitto per le operaie e tantissimi edifici di civile abitazione assegnati in affitto alle maestranze della Società BPD, secondo tipologie legate alle mansioni svolte nello stabilimento.

Per raccontare questa storia il docufilm ha reperito rari filmati provenienti dall’Archivio Storico Luce, dalla Cineteca del Friuli e dall’Archivio Multimediale Città Morandiana, a tali testimonianze si aggiunge la ricostruzione storica interpretata da Alessandro Haber, novello Virgilio che ci accompagna lungo le vie cittadine.

Interviste inedite a personalità del mondo culturale e accademico commentano e interpretano il lavoro architettonico e ingegneristico di cui Colleferro è stata oggetto.

Con una giusta presa di posizione ne emerge una celebrazione della figura di Riccardo Morandi, maestro dell’ingegneria del Novecento, la cui memoria è stata offuscata ingiustamente dalle cronache della tragedia del Ponte sul Polcevera a Genova.

Morandi seguiva scrupolosamente la sequenza di un progetto per l’intero ciclo, dall’idea dell’opera alla sua realizzazione; così da esserne sia architetto che ingegnere. Secondo Morandi, un progettista, doveva sempre conoscere in maniera approfondita le condizioni oggettive dei luoghi, le imprese che avrebbero realizzato l’opera, le maestranze e le disponibilità economiche.

Città Novecento è l’episodio “pilota” che darà vita all’omonima serie, in corso di sviluppo da parte di Filmedea, dedicata alla Città di Fondazione del XX° e del XXI° Secolo. Un progetto nato da un’intensa attività di ricerca sul tema, seguendo il solco tracciato dai riconoscimenti UNESCO al Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, alla Città Aziendale di Ivrea e alla Città Razionalista di Asmara, in Eritrea.

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