Recensione: "Che cos'è la narrazione cinematografica" - Impatto emotivo e immedesimazione Recensione: "Che cos'è la narrazione cinematografica" - Impatto emotivo e immedesimazione
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Recensione: “Che cos’è la narrazione cinematografica” – Impatto emotivo e immedesimazione

Recensione: "Che cos'è la narrazione cinematografica" - Impatto emotivo e immedesimazione Recensione: "Che cos'è la narrazione cinematografica" -  Impatto emotivo e immedesimazioneChe cos’è la narrazione cinematografica
di Andrea Bellavita e Andrea Bernardelli
Carocci Editore

In questo saggio sulla cosiddetta Decima Musa, vengono individuati i diversi aspetti del mondo del cinema, partendo dall’analisi e dalla storia del racconto cinematografico e concludendo con una visione d’insieme dei generi cinematografici.

Ovviamente, non poteva mancare il discorso sul diverso modo di narrare del cinema e della letteratura e sul perché, ad esempio, a volte si rimane delusi dall’adattamento cinematografico di romanzi. Secondo Bellavita e Bernardelli, ciò avviene perché il cinema narra attraverso immagini in movimento, mentre la letteratura lo fa passando da una visione d’insieme al dettaglio, attraverso l’inserimento di digressioni o cambiamenti di punti di vista.

Il cinema “narra” rendendo visibile una sequenza temporale di avvenimenti, la letteratura fa la stessa cosa, ma evocando questa visibilità con “l’occhio della mente”. Citando diversi studiosi del settore, gli autori del saggio spiegano che, in quanto a coinvolgimento, il racconto cinematografico si distingue da tutte le altre forme narrative avendo una pluralità di codici e una molteplicità di stimoli sensoriali.

A tal proposito, gli autori riportano il seguente passo della “Semiologia del cinema” di Metz: …“più del romanzo, più del teatro, più del quadro di un pittore figurativo, il film ci dà la sensazione di assistere a uno spettacolo quasi reale e il buio della sala cinematografica contribuisce a creare quest’atmosfera di partecipazione.” ( p. 14). Del racconto cinematografico, sono analizzati i tempi, i luoghi, la funzione del personaggio, nonché il concetto di focalizzazione e quello di ocularizzazione.

Questo saggio, dunque, ci porta a scoprire i diversi aspetti della narrazione cinematografica ed è rivolto non soltanto agli esperti del settore, ma anche ai fruitori di questa arte, purtroppo soppiantata in parte dalla tv, che però non ha lo stesso impatto emotivo della nobile invenzione dei fratelli Lumiére. Leggendo il libro di Bellavita e Bernardelli, comprendiamo quanto importante sia non solo l’aspetto tecnico (inquadratura, montaggio, sceneggiatura, ecc.), ma anche l’impatto emotivo che nasce guardando un film in una sala buia, come dice Metz.

A tutti noi, per fare un esempio, viene in mente l’esclamazione di delusione collettiva del pubblico in sala quando, nella scena finale di “Non ci resta che piangere”, compare Leonardo: la potenza delle immagini, con l’inquadratura di quel treno a vapore che lentamente si avvicina, colpisce profondamente lo spettatore, creando un senso di immedesimazione e lasciando sensazioni che non dimenticherà.

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