Recensione: "Canova", straordinaria fusione di classico e moderno
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Recensione: “Canova”, straordinaria fusione di classico e moderno

Nei cinema solo il 18,19 e 20 marzo 2019

Canova è il sesto e penultimo appuntamento della stagione “L’arte al cinema” distribuita nei migliori cinema italiani da Magnitudo con Chili. Il primo appuntamento è stato Bernini che ha ottenuto l’unanime apprezzamento di pubblico e critica, posizionandosi ai primi posti del box-office per tutti e 3 i giorni in cui è stato in sala, oltre ad attestarsi come migliore media copia nei giorni di uscita, vero e proprio record.

Vittorio Sgarbi, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Canova Onlus e Mario Guderzo, direttore museo e gipsoteca Antonio Canova di Possagno (TV), sono le nostre guide alla scoperta dell’artista veneto attraverso i modelli in gesso custoditi appunto nel suo luogo di nascita.

Recensione: "Canova", straordinaria fusione di classico e moderno

Canova, nipote di uno scalpellino e avviato al mestiere proprio dal nonno, rivela ben presto doti di scultore e trova nel suo paese d’origine l’occasione per dimostrarlo. Sarà l’inizio di una carriera artistica che lo porterà a divenire una vera e propria star a livello internazionale.

Ma la particolarità più interessante è la capacità di Canova di fungere da vera e propria cerniera tra il mondo classico, la tarda epoca imperiale e l’era contemporanea, con la nascita delle prime democrazie moderne. Sarà così rivelatore il parallelo, presente nel docufilm anche se non dichiarato, tra la scultura realizzata per Napoleone e dimenticata nel Louvre prima di finire in Inghilterra e quella di George Washington, unica opera di un artista italiano commissionata direttamente dagli Stati Uniti. Marte pacificatore e Cincinnato, non solo due modelli classici riproposti per personaggi affacciatisi successivamente alla storia, ma soprattutto due modi diversi di concepire la res publica, evidenti sin dal riferimento storico scelto dall’artista.

Scopriamo così un Canova uomo e artista libero e geloso della sua libertà, capace di opporre il suo gran rifiuto a un Napoleone nel pieno del proprio potere e di rivendicare, primo a farlo, l’appartenenza dell’opera d’arte al Paese di creazione. Non un sovranismo artistico ante litteram, s’intende, ma piuttosto l’intuizione dell’importanza del contesto nel quale l’opera vede la luce.

Il docufilm ci accompagna fino alla morte dell’artista, datata 1822, anche attraverso la realizzazione, da parte di Canova, del monumento funebre in ricordo di Vittorio Alfieri, nella chiesa di Santa Croce a Firenze, che farà dire a Stendhal “Finché esisterà Canova si potrà comprare l’immortalità”.

Magnitudo Film ha affidato la regia di questo Canova a Francesco Invernizzi, che dirige con mano sicura la narrazione, sfruttando appieno le magnifiche riprese in 8k, complemento tecnico che rende giustizia alla grandezza delle opere canoviane. Una menzione anche per la sontuosa voce narrante di Vittorio Bestoso, capace di affascinare lo spettatore e perfettamente abbinata al neoclassico presente in video.

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