Recensione: "Bad Habits" - La disobbediente vagina Recensione: "Bad Habits" - La disobbediente vagina

Recensione: “Bad Habits” – La disobbediente vagina

Recensione: "Bad Habits" - La disobbediente vagina Recensione: "Bad Habits" - La disobbediente vaginaBad Habits
La parola proibita

di Flynn Meaney
Pubblicato da De Agostini

Ci sono ancora nel 2021 parole proibite? Parole che una volta pronunciate o scritte creano scompenso? Alex ci pensa a lungo, le prova tutte pur di farsi espellere dalla St Mary’s Catholic School dove da ormai tre anni i suoi genitori l’hanno parcheggiata per fare di lei (dicono) una giovane donna del bel mondo.

Ma Alex ha diciasette anni e vuole a tutti i costi tornare in California, nella sua casa, alla sua vita.
Suo acerrimo nemico è padre Hughes circondato da un folto stuolo di suore… Eppure il “buon padre” non sembra trovar mai abbastanza valide le mille ribelli trovate della ragazza, o quanto meno non tali da giustificare un’espulsione.

Ma in fondo Alex sa che da qualche parte c’è quella magica parola capace di aprirle le porte rugginose del convento e di riportarla al suo mondo. Quella parola, triste strano a dirsi, è “vagina”.

Alex ha l’ideona, mette su uno spettacolo che rappresenterà “I monologhi della Vagina”, l’opera teatrale scritta da Eve Ensler in cui il tema centrale è, appunto, la vagina come strumento di emancipazione, attraverso il quale le donne possono ottenere una completa femminilità e sviluppare la propria individualità. Un’opera che ha fatto storia e che col tempo ha mutato il suo significato: da celebrazione delle vagine e della femminilità, è diventata la nascita di un movimento contro la violenza sulle donne.

Alex gongola di contentezza, ora certamente ce la farà, la sfida è lanciata. Ma la ragazza come tutti gli adolescenti, pecca di presunzione e ingenuità. Il mondo intorno a lei non è proprio come lei lo vede e lo classifica.
Quelli che lei dice essere dei bigotti retrogradi il cui unico “impiego” è soffocare menti brillanti come la sua e sfornare burattini senza creatività e passione, sono in realtà persone comprensive che tollerano e coltivano, addiruttura, il suo spirito libero e il suo scoppiettante intelletto.
Sarà proprio padre Hughes che accoglierà il suo progetto teatrale e la aiuterà a trovare soluzioni ai problemi che le si presenteranno.

Come ogni Don Chisciotte che si rispetti, Alex è accompagnata nelle sue dis-avventure da un fido Sancho Panza, nella fattispecie Mary Kate, molto più ligia alle regole dell’amica, la segue tuttavia con affetto nelle sue strampalate imprese.
Agli antipodi della protagonista c’è Katie Casey, ragazza dai “sanissimi principi” rispettosa di tutti i precetti, tanto da anelare alla castità fino al matrimonio…

In questo clima scanzonato e sfacciatamente provocatorio, germogliano tra una risatina e l’altra temi molto profondi e attualissimi.
Primo fra tutti la relazione complicata tra i nuovi adolescenti e la religione.
Vari fattori vengono messi in luce alla base di questo distacco dalla tradizione religiosa. Soprattutto la precarietà della formazione ricevuta e la difficoltà della Chiesa di proporre un discorso sull’uomo, sulla natura, sulla vita sociale, che sia significativo per la coscienza moderna.

Il libro punta anche fortemente il dito sulla mortificazione della femminiità a cui tutt’oggi assistiamo senza reagire.
Che fine fanno tutte le belle idee e i progetti delle donne?
Una parte forse se la porta via proprio la religione, quando ti instilla il dubbio di giocare in un’altra categoria, quando ti fa vivere il tuo corpo con vergogna e allora inizi a sospettare che per te valgono regole diverse da quelle che valgono per gli uomini e che il femminile è fatto di discrezione, di sopportazione, di silenzi e di segreti, e di sensi di colpa.

E allora mi sa che è arrivato proprio il tempo, senza più rimandare, di urlare a gran voce la parola proibita:
VAGINA!

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