Recensione: "Avventura nel regno di porcellana" - Il viaggio delle immagini Recensione: "Avventura nel regno di porcellana" - Il viaggio delle immagini
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Recensione: “Avventura nel regno di porcellana” – Il viaggio delle immagini

Recensione: "Avventura nel regno di porcellana" - Il viaggio delle immagini Recensione: "Avventura nel regno di porcellana" - Il viaggio delle immaginiAvventura nel regno di porcellana
di Katerina Illnerova
Carthusia

Imparare a guardare. L’educazione estetica, nel suo senso più ricco e profondo inizia fin da quando spalanchiamo gli occhi per la prima volta. Tutti noi prima scopriamo il mondo con lo sguardo e solo successivamente impariamo a parlare. Il nostro linguaggio primario è dunque quello delle immagini.
Le immagini possono essere poetiche, evocative, profonde e stimolanti e rielaborare in senso cognitivo e affettivo l’esperienza della narrazione.

La forza dei libri illustrati sta nel rapporto tra le parole che si formano nel nostro immaginario e le immagini che si offrono al nostro sguardo. I silent book hanno la capacità di allenare lo sguardo, di stimolare la decodificazione del senso, di suscitare meraviglia, stupore e curiosità, con immagini belle, innovative e complesse che rielaborano l’esperienza della lettura per allargare le possibilità di osservare, emozionarsi, conoscere e ricordare.

Ricordare per esempio i pigri pomeriggi a casa della nonna, sprofondati nell’ozio contemplativo dei suoi vecchi oggetti, teiere, tazze, piatti e caraffe dipinte di bianco e blu. Così accade che le loro decorazioni metaforiche ed evocative, facciano da ponte tra parole e immagini e inizino a raccontarci una storia sempre nuova e sempre diversa ogni volta che spostiamo il nostro sguardo.

Katerina Illrenova
, giovanissima illustratrice della Repubblica Ceca, si è aggiudicata con questo libro il premio della IX edizione del Silent Book Contest – Gianni De Conno Award 2022. Lei stessa ha raccontato di come l’ispirazione le sia venuta durante i pomeriggi trascorsi a casa della nonna a osservare le teiere, i piatti e i vasi di porcellana, l’armonia delle loro decorazioni, la calma e la tranquillità da esse trasmesse nello spaccato di una vita in corsa perenne.

E allora un pescatore solitario sogna in un mondo di onde bianche e blu e i suoi sogni prendono forma nel fumo della pipa, che sale su fino al cielo a fondersi nelle morbide volute delle nuvole. Ma un soffio di vento dispettoso fa volare via il suo cappello e allora inizia il viaggio… Oppure è stato il soffio di un drago dalle squame lucenti che striscia in morbide spirali intorno a un vaso, o ancora… Il nostro sguardo è catturato da mille piccoli dettagli che guidano o cambiano la storia ogni volta.

Il piacere della lettura per immagini sta proprio nel decodificare il senso delle stesse in relazione alle storie che sappiamo inventarci e nel conservare allo stesso tempo il mistero della complessità e della bellezza.
La delicatezza dei disegni, la minuzia dei particolari, l’armonia delle forme, il gioco del bianco e del blu, la gentile storia del pescatore, sembrano compiere un incantesimo, il tempo sembra cedere e fermarsi, iniziare a ondeggiare tra i decori di panciute tazzine e intrufolarsi nei becchi di vecchie teiere…

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Ritorno con lo sguardo alle prime pagine del libro.
Il pescatore col suo cappello e la pipa e la sua aria sognante… immortalata nel disegno c’è la vita intera, non manca proprio nulla di un qualsiasi giorno sulla teiera!
Davanti a questa pagina sono stata travolta da un’emozione così intensa che ancora adesso continuo a sentirla palpitare in me densa di mistero. Non so se sono capace di descriverla, né di capirla fino in fondo. Un sentimento di mondo complesso che di colpo si scioglie e rivela le sue leggi semplicissime, un sentimento di bellezza pungente.
È questo che fa l’arte quando colpisce nel segno: ci scuote nel profondo.
Pagina dopo pagina, si arriva nei pressi di una città fatta di alte caraffe, e poi a un’altra fatta di tondi piatti, e poi un’altra fatta di tazzine impilate.
Pare non ci sia una storia. È un viaggio.

Ma in una delle ultime pagine noto una scena strana: perché il pescatore offre una mela a un pesce gatto? Torno indietro a cercare altri indizi. Scopro che non avevo visto proprio niente! E che potrei sfogliare il libro all’incontrario e inventare una storia differente.
È l’ambiguità di questa possibilità ideale di un punto di vista sempre diverso che unisce tutti i frammenti e li accoglie, che mi seduce.
Comporre i frammenti del mondo in una sola storia è impossibile. Quindi mi chiedo… Cosa significa vedere? Da dove iniziamo a guardare il mondo? Forse potremmo incominciare proprio dalle pagine di un libro.

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