Recensione: "Arcaico Elettrico", suggestiva fusion tra storia e tecnologia "Arcaico Elettrico", suggestiva fusion tra storia e tecnologia
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Recensione: “Arcaico Elettrico”, suggestiva fusion tra storia e tecnologia

Il bucchero è un tipo di ceramica nera e lucida, spesso fine e leggerissima, prodotta dagli etruschi. Claudio Pisapia lo cuoce nella sua bottega di ceramica e ne realizza flauti. Una tecnica antica, riportata in vita a servizio della musica, che lui stesso interpreta con la maestria del flautista di grande esperienza.Recensione: "Arcaico Elettrico", suggestiva fusion tra storia e tecnologia "Arcaico Elettrico", suggestiva fusion tra storia e tecnologia

Cristiano Bocci ha cominciato con la chitarra classica, è passato per il jazz e poi ha sviluppato la sua passione per l’improvvisazione e la sperimentazione, giungendo alla live electronics, ovvero l’elaborazione del suono attraverso strumenti elettronici in tempo reale.

Dall’unione delle due sensibilità nasce Arcaico Elettrico, nel quale i due artisti realizzano insieme alcuni “paesaggi sonori”. La definizione, senz’altro ambiziosa, è però perfetta per il risultato finale: basta infatti chiudere gli occhi per essere facilmente trasportati una vera e propria dimensione parallela, nella quale associare i suggestivi suoni dei due alle nostre fantasie più libere e remote.

Ci aiutano in questo percorso alcuni elementi fondamentali di Arcaico Elettrico. In primo luogo, la gamma di flauti che Claudio porta con sé e alterna nelle varie performance. Tutti rigorosamente in bucchero, segnaliamo lo shakuachi traverso magnificamente interpretato in “Oriente”. Dall’altro lato, due computer portatili a disposizione di Cristiano, che con grande abilità li utilizza per una live electronics totalmente improvvisata, rendendo così unica l’esibizione.

Un flauto in scala esatonale diventa così l’occasione per un incredibile Debussy at the disco, così come i flauti in scala giapponese ispirano continui rimandi alla tradizione musicale orientale. Bocci completa con suoni d’atmosfera i paesaggi, trasportando chi ascolta in una sorta di trance che rende facile l’astrazione e la partecipazione più completa.

È un gioco raffinato e complesso, in cui la tecnologia bussa alla porta della storia e l’antico danza insieme al moderno: una lezione di convivenza che è musica, architettura e urbanistica nello stesso tempo.

Sebbene sia evidente che l’intesa tra i due sia frutto di un lavoro di ricerca completo e profondo, in Arcaico Elettrico si respira piuttosto aria di jam session, nella quale Bocci e Pisapia sembrano animati da genuino divertimento, riuscendo a trasmettere questa passione autentica anche a chi ascolta.
La sperimentazione che è alla base di questo spettacolo identifica un target di ascoltatori preparati, tuttavia anche chi non rientra in questo novero può comunque gustare Arcaico Elettrico a patto di possedere la capacità di mettere in gioco le proprie certezze.

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