Recensione: “A proposito di Joe” – Fenomenologia del neopresidente statunitense
In seguito ad un disastroso 2020 costellato di crisi sanitarie, economiche e sociali, in grado di esporre ed accentuare le vulnerabilità della nostra civiltà, risulta imperativa la transizione verso una nuova era contraddistinta dai valori da cui la democrazia stessa dovrebbe essere caratterizzata: cooperazione, libertà, uguaglianza, inclusività, progresso.
Il neopresidente degli USA, Joseph Biden Jr., agli occhi dei progressisti occidentali è divenuto emblema di questa impellente necessità, grazie alla sua moderazione e capacità di dialogo, alla decennale esperienza politica nel partito democratico, ma soprattutto quale contrapposizione al suo principale avversario politico, l’ex presidente Donald Trump, incarnazione della retorica storicamente tipica del partito repubblicano.
Ed è proprio sui sopracitati presupposti che l’opera di Giovanni Castellaneta, A proposito di Joe, pubblicato da Paesi Edizioni, è articolata: il testo costituisce una vera e propria fenomenologia del neopresidente statunitense, trattando con accuratezza gli aspetti relativi a lui ed al suo principale avversario e fornendo inoltre numerosi approfondimenti riguardo le molteplici sfaccettature della politica degli States, quali il sistema elettorale o il funzionamento delle primarie dei partiti. Pur essendo il personaggio di Biden cardine principale del discorso, non sono assenti excursus sull’operato dei suoi predecessori, primi fra tutti Trump e Obama, sotto il quale il neopresidente ha rivestito la carica di vice.
L’opera è suddivisa in due sezioni: la prima più strettamente incentrata sui personaggi di Trump e Biden, la seconda concernente hot topics della politica estera degli USA, e come essi sono stati, e possono essere, affrontati. La densità contenutistica consente di ottenere un discorso coeso e senza soluzione di continuità in meno di 200 pagine; ciò, coadiuvato dalla chiarezza stilistica, senza ostentazione di terminologia tecnica, e dall’ampio impiego di note esplicative, rende il testo fruibile anche ai meno eruditi nel tema.
A dispetto di quanto possa apparire, l’opera non costituisce un unilaterale elogio del neopresidente: l’autore si eleva infatti al di sopra delle parti, e qualunque affermazione in favore dell’uno o dell’altro avvenimento o personaggio politico è accuratamente argomentata e verificabile, prevenendo così controproducenti faziosità.
In tal modo, è possibile per l’autore ribadire e rafforzare il suo proposito: dopo una crisi senza precedenti, capace di riaprire vecchie ferite e inciderne di nuove, che ha accentuato ulteriormente le disuguaglianze nella collettività, che ha contribuito a erodere la già precaria supremazia statunitense nello scacchiere internazionale, è necessario un leader (un eroe dello spirito, direbbe Hegel) che funga al contempo da collante laddove vi è disunità, adattandosi alle volatili necessità di una società in divenire, e da pilastro portante del contrasto alle antidemocratiche autocrazie rivali.
E Joe Biden, il presidente di tutti, ha il potenziale e i mezzi per essere entrambi.