Recensione: A gamba tesa – amori e sospetti dal passato
A gamba tesa
di Annalisa Scaglione
Altrevoci Edizioni
Nel paese ligure di Crescobene, un amore perso venti anni prima e inaspettatamente ritrovato torna a illuminare la vita di Sebastiano, il Mister della locale squadra di calcio.
È così che inizia la storia, trascinata dall’entusiasmo di Gloria e Sebastiano e dal loro sogno di fare di un vecchio casolare in pietra, poco fuori dal paese, il loro nuovo nido d’amore.
Il furto di una preziosa icona bizantina dalla chiesa del paese, però, catapulta tutti gli abitanti, il Mister e Gloria in un groviglio di dubbi e congetture che non risparmia nessuno.
Dal passato, infatti, non è tornato solo l’amore, ma anche un velenoso rancore che spezza, come il peggiore degli ingressi a gamba tesa, la corsa di Sebastiano verso la felicità ritrovata.
Una serie di indizi lo indicano, infatti, come l’autore del furto, aggravato dall’ infamante accusa di associazione mafiosa.
La solidarietà che esplode spontanea a Crescobene attorno al Mister, coinvolgendo tutti, nessuno escluso, si porta presto dietro piccoli e grandi sospetti, domande che rimangono nel vuoto e un bel po’ di amaro in bocca. Perché il ciondolo di Sebastiano, quello da cui non si separa mai, è finito nella canonica, proprio dove è sparita l’icona?
E perché nella sua auto, di cui aveva denunciato il furto pochi giorni prima, ci sono delle macchie di sangue?
Pagina dopo pagina, il lettore impara a muoversi tra le strade del paese guidato dal buonissimo profumo delle sue cucine e da quello ancora più buono dell’amicizia vera. Insieme a Don, Marta, Michelangelo e Annabella, inizia a dubitare del diverso, del lupo solitario; a dimenticare forse che scagionare il Mister non deve essere necessariamente accusare qualcun altro.
Un libro sentimentale che, passo dopo passo, coinvolge il lettore, portandolo nelle pieghe dell’animo umano, nelle sue più intime fragilità, senza mai indulgere in un giudizio affrettato.
L’autrice racconta, con parole che parlano direttamente al cuore, di amicizia, sospetto, rancore e amore, in un continuo passaggio tra presente e passato.
E se questi salti non sempre risultano perfettamente oliati, il finale dal retrogusto un po’ amaro accende nel lettore la speranza che Crescobene esista davvero e sia lì ad aspettarlo dietro la prossima curva.