Recensione: “200 anni di italiani in guerra” – Quanto ne sappiamo sulla Marina Militare italiana?
200 anni di italiani in guerra
False vittorie e false sconfitte
di Enrico Cernuschi
Mursia Editore
Questa pubblicazione si interroga e ci interroga su quanto ne sappiamo realmente di storia recente, soprattutto di storia militare, o meglio della Marina militare, o meglio ancora: della Marina militare italiana.
Questo libro del 2022 è al contempo un trattato di storia, di diplomazia e di strategia; ci fa vedere le cose da un’ottica completamene nuova e innovativa rispetto a una certa narrazione a cui siamo abituati e che è da ricercarsi nel sottotitolo del libro stesso che parla, e ci parla, di false vittorie e di false sconfitte. La chiave è proprio lì: in narrazioni e percezioni non sempre veritiere.
L’originalità del libro è nell’unire sapientemente il trattato agli aneddoti, alle curiosità, alle storie e storielle dentro la Storia. Perché, in fondo, questo siamo: storie di storie. Il “pettegolezzo” storico altro non è che una via parallela di ricostruzione della verità storica e che spiega alcune situazioni e decisioni altrimenti incomprensibili.
La commistione tra Storia, storie, storielle e aneddoti si vede sin dal prologo quando si parla di una certa cena dove i camerieri non erano altro che carabinieri addestrati; oppure di una certa moglie di un illustre statista straniero che, prontamente, si fece cambiare, in un negozio, un regalo tutto “made in Italy” ricevuto dallo Stato italiano e chiedendo, invece, solo prodotti del proprio paese.
Va a fondo sui pregiudizi, da destra a sinistra, che circondano i militari in Italia e che hanno, probabilmente, le radici in una sorta di recondito timore di un golpe militare, quando proprio manca una migliore “cultura militare” del potere politico nostrano, al di là dei nostri pregiudizi, perché non siamo solo dinanzi a una mera questione di comprensione.
Che dire, pertanto, del sottotitolo “chiave”?
Nel libro è citata la suggestiva e molto esplicativa frase di Vera Zamagni del 1997 sulla possibilità di “perdere la guerra e vincere la pace”.
Il libro, infatti, si muove verso tentativi di risposta a questi strani meccanismi, ingaggiando la partecipazione attiva di noi lettori.
Istituisce, pertanto, questo gioco astuto, a tratti ironico, a tratti sarcastico, e sempre rigoroso e mai banale su fatti, percezioni e pregiudizi che spesso hanno una spiegazione nell’italica scarsa capacità di riassorbire certi colpi di storia militare (che tutti hanno), per non dover poi cedere a certe narrazioni, come, forse, solo noi siamo capaci di fare.
Perché, probabilmente, su certe cose occorre davvero ricominciare daccapo.
“E così sia”.