RaiPlay, da oggi la nuova puntata di “ConverseRai” dedicata all’incontro con Beatrice Venezi
«Il mio primo scoglio è stato sovvertire le regole, non essermi piegata ad alcuni diktat. Per esempio, non mi sono mai vestita con un frac, mortificando il mio corpo, il mio aspetto. Perché dovevo mascherarmi da uomo per essere credibile in quel ruolo?». Beatrice Venezi, tra i più giovani direttori d’orchestra donne d’Europa – è la protagonista della nuova puntata di “ConverseRai”, il programma della Direzione Contenuti Digitali sull’inclusione, disponibile su RaiPlay dal 27 febbraio.
Un’intervista in cui si delinea l’universo della direzione, con uno approccio femminile, più arguto e profondo: «l’orchestra riconosce sempre chi ha davanti. Se un direttore d’orchestra prova a vestire la “maschera” del direttore d’orchestra, non funziona, perché viene immediatamente percepito dall’orchestra. Bisogna essere sempre sé stessi: far vedere Beatrice Venezi al di fuori del podio e sul podio come la stessa persona, questo aiuta a creare quel necessario rapporto di empatia con l’orchestra».
Una donna che ha rivoluzionato l’immagine del direttore d’orchestra e che, per avvicinare più persone possibile alla musica classica, non ha avuto difficoltà a farsi vedere in passato anche al Festival di Sanremo. Nonostante l’Italia abbia una tradizione classica e lirica di assoluto rispetto, la musica cosiddetta “colta” viene infatti ancora vista come un “genere alto”. Per farla apprezzare anche ai giovani Beatrice Venezi dialoga con loro con grande efficacia, mirando a far entrare la musica classica nella playlist dei ragazzi. È un suo sogno e per raggiungerlo utilizza i social, dove racconta con semplicità le trame delle opere liriche più conosciute. Inoltre registra lezioni anche con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento: «abbiamo analizzato gli estratti di alcuni brani di Mozart e di Ciajkovskij, per spiegare la linea melodica o quella ritmica, raccontando le varie parti di questo puzzle complesso, per poi consegnare il risultato finale ai ragazzi».
Non manca un appunto nei confronti di chi, con una certa enfasi, celebra i suoi successi e la sua visibilità: «credo che sia veramente importante creare una nuova narrazione delle donne e del valore delle donne. Quando si parla di una donna di successo, si parla sempre di lei come di un’eccezione che conferma la regola.”