RaiPlay, da oggi in esclusiva “Tempo libero”, il documentario che racconta l’attività teatrale dei detenuti della Casa di Reclusione Spoleto-Maiano
“Perché siamo arrivati a questo punto?” La colpa del recluso è una pressante domanda. Mentre il palcoscenico un momento di condivisione, empatia, partecipazione, un contesto in cui pubblico e spettatori si fondono e confondono con i detenuti- attori.
“Tempo Libero”, dal 14 ottobre su RaiPlay, descrive i preparativi e il dietro le quinte dello spettacolo teatrale realizzato dai detenuti nella Casa di Reclusione Spoleto-Maiano e dalla Compagnia teatrale #SIneNOmine.
La vita reale del carcere è nascosta dentro un racconto ambientato in un castello immaginario. Un racconto che rappresenta i pensieri e le sensazioni di chi vive dietro le sbarre, sperando di mantenere costante un contatto con l’esterno.
Partendo da un classico di Italo Calvino, i detenuti trovano nella recitazione la possibilità di esprimersi, di conoscere le persone con cui condividono tempo e spazio e di riflettere sul passato, sul presente e sul futuro. Il teatro diventa allora un momento di massima espressione, emozionale e profonda, capace di scolpire il vissuto di ognuno di loro e di trasformarlo in riflessioni e testimonianze di vita condivisi con il pubblico. La Rai ha seguito le diverse fasi dell’allestimento dello spettacolo “Tempo libero” che ha messo insieme cento tra attori, drammaturghi, musicisti, cantanti, scenografi, scenotecnici, macchinisti, detenuti della media e dell’alta sicurezza, ristretti nella Casa di reclusione di Spoleto e professionisti dello spettacolo. Sono stati mesi di lungo lavoro confluiti in due serate all’interno del Festival dei Due Mondi 2022.
L’esperienza del teatro in carcere è ormai consolidata in Italia. La prima volta nel 1982, quando il XXV Festival dei Due Mondi di Spoleto ha ospitato una rappresentazione teatrale proveniente dal carcere di Rebibbia: Sorveglianza speciale del drammaturgo e poeta francese Jean Genet, per la regia di Marco Gagliardo. Per la prima volta il Teatro in carcere è uscito dal luogo detentivo per rappresentarsi in un festival. Quarant’anni dopo, l’esperienza continua.
Nel carcere di Spoleto da dieci anni opera la Compagnia teatrale #SIneNOmine fondata da Giorgio Flamini, che mette insieme professionisti dello spettacolo e detenuti visti in tournée a Torino, Spoleto, Chieti, Foligno, Roma, Genova e Matera e nelle diverse edizioni del Festival dei Due Mondi.
Il Documentario realizzato dalla Direzione Contenuti Digitali si inserisce nel progetto La cultura rompe le sbarre a cura Rai Per la Sostenibilità-ESG, che ha raccolto l’eredità di Rai Per il Sociale.
Si ringraziano per la preziosa collaborazione il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, la Direzione della Casa di Reclusione di Spoleto-Maiano e il Festival dei Due Mondi di Spoleto.