RaiPlay, a "ConverseRai" Eleonora Chioda, giornalista , disponibile da oggi RaiPlay, a "ConverseRai" Eleonora Chioda, giornalista , disponibile da oggi
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RaiPlay, a “ConverseRai” Eleonora Chioda, giornalista , disponibile da oggi

RaiPlay, a "ConverseRai" Eleonora Chioda, giornalista , disponibile da oggi RaiPlay, a "ConverseRai" Eleonora Chioda, giornalista , disponibile da oggi«Fare startup è come buttarsi da un burrone, con i pezzi di un aereo che devi montare tu prima di precipitare. Questo darsi da fare mi piace moltissimo», una citazione importante per Eleonora Chioda, giornalista e protagonista della nuova puntata di “ConverseRai”, il programma della Direzione Contenuti Digitali sull’inclusione, disponibile su RaiPlay dal 15 maggio

Un’intervista in cui coinvolge lo spettatore con una lucentezza ed un entusiasmo contagiosi: «una volta, il fondatore di Y Combinator Paul Graham ha detto che non bisogna cercare un’idea, bisogna cercare un problema e risolverlo; meglio se è un problema che hai tu stesso, perché significa che esiste davvero. Ecco, una startup è un’impresa ad alto contenuto tecnologico, che usa la tecnologia per risolvere dei problemi, per cambiare il mondo».

Ci sono fattori esterni che contribuiscono al successo di una startup. È fondamentale il timing, arrivare cioè nel momento giusto. «Airbnb è arrivato proprio durante la grande crisi del 2008: il bisogno di soldi era più forte della paura di avere uno sconosciuto in casa – e quindi il timing è stato perfetto per un’idea giusta al momento giusto». Quello che però conta di più in una startup è l’attitudine. Nel profilo psicologico di uno startupper non devono mancare coraggio, ambizione, resilienza. Sicuramente, saper vendere e comunicare è fondamentale ma la cosa più importante è l’execution e cioè la capacità di mettere a terra la tua idea e avere chiara la capacità di realizzarla nel miglior modo possibile.

Secondo Eleonora Chioda, i settori su cui investire idee non mancano: «la tecnologia legata alla finanza, lo Spazio, le tecnologie legate al cambiamento climatico, la salute, il biotech e il benessere psicofisico. E soprattutto bisogna essere globali, pensare sempre in modo internazionale».

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