Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, la prima scrittrice in Italia a denunciare il ruolo delle donne nella società all’inizio del Novecento, è interpretata da Rosa Palasciano nella quarta puntata de “Il Segno delle Donne”, una coproduzione Anele – Rai Cultura, che Rai Cultura propone martedì 20 dicembre alle 21.10 su Rai Storia con la conduzione di Angela Rafanelli.
Intervistata da Angela Rafanelli, Rosa Palasciano fa rivivere la storia, la personalità e il carattere della scrittrice rispondendo alle domande della conduttrice con parole realmente usate da Sibilla Aleramo in lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici, portati alla luce dagli autori, con la consulenza della storica Silvia Salvatici.
Per ripercorrere le tappe della sua vita e della sua carriera, il racconto viene scandito in due atti rappresentativi di due momenti emblematici delle sue vicende umane e professionali, supportati da un’accurata trasformazione – trucco e costumi – dell’attrice e dai cambi di ambientazione ed elementi scenici. Inoltre, la narrazione si arricchisce di immagini inedite, filmati di repertorio e interviste a testimoni illustri, come la scrittrice e giornalista Mirella Serri, la docente di Letteratura Italiana e Studi di genere Maria Serena Sapegno e l’amico di famiglia Massimo Gazzè.
Marta Felicina Faccio, nata ad Alessandria nel 1876, si trasferisce a 12 anni a Civitanova Marche. Ancora adolescente, inizia a lavorare nella fabbrica di vetro diretta da suo padre e, dopo essere stata vittima di una violenza mai denunciata da parte del contabile dell’azienda, è costretta a sposarlo. Prigioniera di un matrimonio con un marito violento, cerca una via di fuga nella maternità, ma nemmeno con la nascita del figlio Walter la situazione migliora. È in quel periodo che inizia a scrivere per alcuni giornali e a collaborare con riviste femministe. Nel 1902 decide di lasciare il tetto coniugale, allontanandosi anche dal figlio, e nel 1906 pubblica il suo primo libro, “Una donna”, fortemente autobiografico, firmandolo con il nome di Sibilla Aleramo, riscuotendo un grande successo e dando un importante contributo al dibattito sulla questione femminile. Nel 1913 a Parigi conosce Gabriele D’Annunzio e, dopo aver pubblicato il suo secondo romanzo “Il passaggio” e aver scritto l’opera teatrale “Endimione”, la sua vita si complica con l’avvento del Fascismo: nel 1925, infatti, Sibilla firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” ma viene arrestata perché tacciata di complicità con l’attentatore del Duce. In quegli anni, però, l’autrice affronta una difficile situazione economica e chiede aiuto a Mussolini in cambio del suo sostegno al regime. Affascinante, colta e amante dei salotti mondani, nel 1935 Sibilla frequenta il futuro Premio Nobel Salvatore Quasimodo ma la loro relazione dura solo un anno, mentre nel 1936 s’innamora di Franco Matacotta, uno studente di quarant’anni più giovane di lei, a cui resta legata per dieci anni. Nel 1946, al termine della Seconda Guerra Mondiale, si iscrive al PCI, impegnandosi intensamente in campo politico e sociale, collaborando con l’Unità e intrattenendo un’amicizia significativa con Palmiro Togliatti.
“Il Segno delle Donne” è una co-produzione Anele – Rai Cultura con Angela Rafanelli, realizzata da Anele. Prodotta da: Gloria Giorgianni. Sceneggiature di: Manuela Tempesta (Letizia Battaglia, Sibilla Aleramo), Francesco Del Monaco (Luisa Spagnoli), Giuditta Godano (Piera Degli Esposti), Giorgia Colli (Teresa Mattei) e Chiara Cavaliere (Topazia Alliata). Regia di: Michele Imperio (Letizia Battaglia, Topazia Alliata), Mario Vitale (Luisa Spagnoli, Teresa Mattei) e Marco Spagnoli (Piera Degli Esposti, Sibilla Aleramo).