Quanto spenderanno le famiglie italiane in vacanza la prossima estate?
Sono stati oggi resi noti i principali risultati della ricerca sul sentiment degli italiani sulle prossime vacanze estive, alla luce dell’emergenza sanitaria da Covid-19 in corso, realizzata da Euler Hermes in collaborazione con Format Research.
La ripresa italiana
Grazie alla campagna vaccinale il numero degli italiani che decideranno di andare in vacanza nel 2021 supererà il 70%, una percentuale quasi prossima al periodo pre-pandemia (nel 2019 furono il 79,9%).
Gli italiani che sceglieranno di restare nel nostro Paese trascorreranno in vacanza circa 12 giorni, spendendo in media 1.400 euro, se partiranno in famiglia, e quasi 800 euro se partiranno da soli o con amici. Per i viaggi all’estero la spesa per le famiglie salirà a circa 1.700 euro e a circa 1.000 per i viaggi individuali, ma i giorni medi di vacanza si ridurranno a 8.
In considerazione dell’attuale scenario di incertezza, oltre il 60% non giocherà di anticipo e aspetterà di essere a ridosso di un mese dalla partenza per prenotare le vacanze. Quasi uno su tre prenoterà non prima di due settimane dalla partenza prevista.
Le principali destinazioni nazionali? Mare in testa: il 17,5% sceglie la Puglia, poi seguono con il 16,3% la Sardegna e la Sicilia, leggermente dietro la Toscana con il 15,9%. In montagna svetta il Trentino Alto Adige con il 13,2% delle preferenze, seguito da lontano dalla Valle d’Aosta, con il 4,3%.
Altro “Trend” molto rilevante: il 70% degli italiani cerca un alloggio ecosostenibile.
Infine, il 75% degli italiani si doterebbe di un passaporto sanitario (contenente informazioni relative al vaccino contro il Covid-19 effettuato o in alternativa all’ultimo tampone molecolare) qualora questo fosse necessario per muoversi e quindi raggiungere il luogo di villeggiatura scelto.
“La crisi economica ha investito pesantemente tutto il settore del terziario, che ricordiamo in Italia vale quasi due terzi del totale delle aziende attive, tra le quali il turismo e la ristorazione hanno pagato il maggior dazio, soprattutto nelle città d’arte. Occorre ora ripartire con un piano ampio che tuteli le imprese del settore, sia sotto forma di garanzie della liquidità che di azioni mirate ad alleggerire il peso fiscale, per permettere la programmazione di una ripresa a lungo termine e dare slancio anche all’occupazione del comparto. Non basterà il turismo di prossimità, ma dobbiamo puntare al ritorno in sicurezza dei flussi dall’estero rendendo centrali l’ammodernamento delle infrastrutture e gli investimenti sulla mobilità interna”, sottolinea Luca Burrafato Responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa per Euler Hermes.
“La rincorsa presa dalla campagna vaccinale, unita alla voglia e al desiderio degli italiani di andare in vacanza, hanno impresso un nuovo passo nella ripresa del turismo e nella possibilità di vivere in serenità la prossima estate (2021). Il percorso virtuoso intrapreso porterà a oltre il 70% la quota degli italiani che si concederanno un po’ di riposo nell’estate alle porte. Una buona notizia, anche per tutte le imprese del settore del turismo del nostro Paese, per gli alberghi e le varie strutture ricettive, per i ristoranti ed i bar, per gli stabilimenti balneari, e così via, che dallo scoppio della pandemia in poi hanno visto contrarre dal 50% al 70%, a seconda dei casi, i propri ricavi e che ciononostante hanno resistito continuando a fare impresa. A prevalere oggi sono finalmente sentimenti di ottimismo e di serenità. La pandemia non è ancora terminata, ma la ripresa non è più soltanto una speranza”, ha concluso Pierluigi Ascani, Presidente Format Reserach.