Si è riunita in digitale la Giuria del Premio letteratura d’Impresa, presieduta da Antonio Calabrò, che ha selezionato i 5 titoli che accederanno alla fase finale della selezione.
La giuria era composta da diverse personalità del mondo dell’impresa, del giornalismo e dell’università. In particolare oggi sono intervenuti: Marco Bettiol, Università di Padova, Magda Bianco, titolare Servizio Tutela dei clienti e antiriciclaggio Banca d’Italia, Milano, Giuseppe Lupo, scrittore, Daniele Manca, vicedirettore Corriere della Sera, Franco Mosconi, Università di Parma, Ivana Pais, Università Cattolica, Milano, Francesco Timpano, Università Cattolica, Piacenza, Luca Vignaga, amministratore delegato Marzotto Lab, Federico Visentin, presidente Mevis e Fondazione Cuoa, e Filiberto Zovico, fondatore ItalyPost.
Ha introdotto la riunione il presidente della Giuria Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda e presidente di Museimpresa.
Al termine della selezione, partita da venti titoli, a loro volta selezionati tra le oltre cinquanta candidature inziali, sono stati selezionati per la cinquina finalista i seguenti titoli:
La classe avversa, di Alberto Albertini, edito da Hacca Edizioni
Instant Moda, di Andrea Batilla, edito da Gribaudo
Fabbrica Futuro, di Marco Bentivogli e Diodato Pirone, edito da Egea
Fronte di scavo, di Sara Loffredi, edito da Einaudi
Questione di Stilo, di Cesare Verona e Adriano Moraglio, edito da Giunti Editore
“Il senso del Premio Letteratura d’Impresa è quello di valorizzare quelle opere che raccontano, in modo originale e innovativo, quello che fareimpresa significa e significherà per lo sviluppo equilibrato del Paese – ha commentato il presidente della Giuria Antonio Calabrò – Il Premio costituisce un’occasione per diffondere i valori positivi della cultura d’impresa positiva sul nostro territorio”.
Il Premio Letteratura d’Impresa entra ora nella fase finale: le 5 opere saranno esaminate dalla Giuria dei Lettori, composta da imprenditori, docenti, rappresentanti delle associazioni di categoria e giovani laureandi e la Giuria sarà chiamata a votare il titolo vincitore entro il mese di giugno nell’ambito del Festival Città Impresa 2021, durante il quale si terrà la cerimonia di premiazione.
La cinquina finalista: autori e opere
La classe avversa, di Alberto Albertini (Hacca Edizioni)
Il Libro
“La classe avversa” è il racconto del disfacimento di un paradigma, quello che vedeva nel modello industriale a gestione familiare il segreto del miracolo italiano. Protagonista di questo romanzo di fabbrica contemporaneo è “il Poeta”, figlio e erede di uno dei proprietari dell’azienda, costretto a mostrarsi all’altezza del ruolo che gli spetta mentre studia e sogna di laurearsi in Lettere. Quando il Presidente, azionista di maggioranza, affida l’azienda a un Amministratore delegato che si rivela un tagliatore di teste, sadico e accentratore, vorrebbe fare come Franco, suo amico fin dai tempi del liceo, che si ribella e si licenzia. Ma ha tra le mani una commissione che potrebbe cambiare il futuro dell’azienda e illuminare finalmente il suo successo, anche agli occhi di Laura, giovane impiegata appena arrivata in ufficio. Il rischio è far saltare entrambe le famiglie, quella dove timbra il cartellino al mattino, e quella con cui condivide appena una colazione e un tragitto in auto fino alla scuola. Con questo romanzo disincantato e lucido, in un dialogo immaginario con lo scrittore Ottiero Ottieri, Albertini dà voce e nuova dignità a una corrosione personale e collettiva che il lavoro sembra non essere più in grado di nobilitare.
L’autore
Alberto Albertini (1966), è nato e vive a Brescia. Laureato in Filologia moderna, lavora da 34 anni nell’industria, attualmente come responsabile dell’innovazione e dello scouting tecnologico di un’azienda quotata, leader mondiale nel settore Pharma. Copywriter, giornalista, consulente di marketing e comunicazione, docente a contratto presso la facoltà di Scienze Linguistiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, tra i fondatori della rivista «Stile Arte», collabora con la Scuola Holden e il «Giornale di Brescia», ed è l’ideatore e il direttore artistico del festival “Rinascimento Culturale”. Con l’editore l’Obliquo ha pubblicato un saggio sulla scrittura di Giuseppe Pontiggia. Segnalato dal Comitato di Lettura del Premio Calvino, La classe avversa è il suo primo romanzo.
Instant Moda, di Andrea Batilla (Gribaudo)
Il Libro
Instant Moda è un racconto rivolto a chi di moda non sa molto, ma ne è irrimediabilmente attratto. L’intento principale è divulgativo e il senso è rendere comprensibili meccanismi che sono spesso sconosciuti e che rimangono dietro le quinte. Con una struttura lineare, dalla Storia della moda, alle sue Capitali (Milano, Londra, Parigi e New York) e alle Professioni nascoste, il libro include diversi “intermezzi”: brevi glossari tematici che includono termini tecnici e parole d’uso con vari esempi concreti. «Per capire la storia della moda del Novecento dobbiamo necessariamente andare indietro nel tempo. Se saltate questo passaggio non riuscirete a comprendere perché il signore del quarto piano, sempre in giacca e cravatta, nonostante la sua abbondante età pensionabile, sia cosı̀ elegante o perché Cenerentola sia sempre rappresentata con una gigantesca e vaporosissima gonna o, molto più importante, perché il papa usi un profluvio di ricami oro che non avete mai visto neanche su Jennifer Lopez. Partiamo quindi da lontano. Da molto lontano. Dal Medioevo», scrive Andrea Batilla. Il discorso intorno alla moda ha raggiunto livelli di creatività sublimi ma a volte parossistici e caricaturali che hanno purtroppo spostato l’attenzione verso una moda vista come eccesso, piuttosto che come racconto, e hanno causato una sorta di intossicazione estetica collettiva: tutti nuotiamo nel grande mare della moda, anche se quasi mai ce ne rendiamo conto.
L’autore
Andrea Batilla, classe 1967. Direttore della scuola di moda dell’Istituto Europeo di Design di Milano dal 2005 al 2010, ha ideato la Piattaforma Sistema Formativo Moda, PSFM, prima associazione italiana delle scuole di moda nel 2008. Ha tenuto corsi di formazione per Davines, Pernod-Ricard, Procter & Gamble, Wella Italia. Dal 2009 al 2015 è stato condirettore del semestrale PIZZA (Mondadori) e del magazine online izzadigitale.it. Come designer e ricercatore tessile ha collaborato con Romeo Gigli, Trussardi, Aspesi, Cerruti, Les Copains, Bottega Veneta. Dal 2010 si occupa di strategie aziendali per Davines, Fausto Puglisi, Marco Rambaldi.
Fabbrica Futuro, di Marco Bentivogli e Diodato Pirone (Egea)
Il Libro
Questo libro racconta il caso Fiat-FCA dal punto di vista del lavoro in fabbrica. Di come si lavora in concreto lungo le linee di montaggio di un moderno plant automobilistico italiano, nei suoi aspetti positivi e nelle sue contraddizioni. Nell’immaginario collettivo quegli stabilimenti sono ancora “fabbriche inferno” mentre nella realtà sono paragonabili a sale chirurgiche. La realtà riferisce di una drastica compressione della fatica che si sta traducendo anche in un incremento dello “stress” mentale degli operai 4.0, chiamati a una maggiore attenzione e a far funzionare la mente e non solo le mani. In queste fabbriche sta crollando il muro fra lavoro manuale e intellettuale e nuove competenze stanno ricomponendo le mansioni di lavoratori e “capi”. Gli Autori fanno emergere anche il messaggio “politico”, rivolto implicitamente all’Italia immobile, della rivoluzione culturale frutto della nuova visione dell’azienda e del coraggio di una parte del sindacato. Un’azienda ben nota per la sua catena di comando rigidamente verticale e militarista si sta trasformando, fra mille difficoltà, in un’impresa orizzontale o a bassa gerarchia. Nella fabbriche FCA verticalismo e paternalismo sono oggi sostituiti da un’ampia responsabilità diffusa, non per generosità gratuita, ma per una nuova cultura industriale che deve saper cogliere la sfida reciproca tra le parti sociali sulla partecipazione dei lavoratori.
Gli autori
Marco Bentivogli è segretario generale della Federazione Italiana Metalmeccanici Cisl dal 2014. Ha seguito tutte le grandi vertenze industriali (da FCA, Alcoa, Ilva, Whirlpool). Nel 2018 ha lanciato con l’allora ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, il «Piano industriale per l’Italia delle Competenze». Nel 2016 firma l’innovativo Contratto Nazionale dei Metalmeccanici che afferma per la prima volta il diritto soggettivo alla formazione per ogni lavoratore. Nell’agosto 2018 lancia con Massimo Chiriatti il manifesto Blockchain, Italia. Dal gennaio 2019 è componente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale istituita presso il Ministero dello Sviluppo. È autore di Abbiamo rovinato l’Italia? (2016) e di Contrordine compagni (2019).
Diodato Pirone, giornalista de Il Messaggero, si occupa di economia e di politica. Ha seguito sia l’evoluzione dei grandi sistemi industriali, a partire dall’automotive e da FCA, sia temi macroeconomici, dai conti pubblici alla previdenza, estendendo la sua attività anche all’analisi dei sistemi elettorali e del consenso politico. Da sempre appassionato di fabbrica, ha dedicato tempo e attenzione all’evoluzione del lavoro nella manifattura. Fra le pubblicazioni, ha scritto per la rivista Il Mulino un saggio su Sergio Marchionne.
Fronte di scavo, di Sara Loffredi (Einaudi)
Il Libro
All’inizio degli anni Sessanta, centinaia di uomini sono impegnati nella piú grande operazione di «chirurgia geografica» del secondo dopoguerra: il traforo del Monte Bianco. Devono procedere spediti, e soprattutto dritti, altrimenti la galleria italiana e quella francese non s’incontreranno. Ettore è un uomo di città, chiamato in valle per partecipare al progetto. I calcoli e le misurazioni sono il suo pane quotidiano, l’ingegneria il suo mestiere; di colpo viene precipitato in uno scenario che gli allarga la mente e il respiro. Insieme a lui ci sono Hervé, capocantiere di poche parole che di quei sentieri conosce ogni segreto, e Nina, indomita, che lavora alla mensa ed è sola con un figlio piccolo. Il fronte di scavo avanza, mentre Ettore impara a conoscere loro e sé stesso, accordando pian piano il suo ritmo a quello della montagna. La Regina Bianca è volubile e capricciosa, dorme per giorni, ma nella strana partita di conquista e seduzione che gioca con gli operai può trasformare il tunnel in un campo di battaglia. Con una scrittura limpidissima, Sara Loffredi ci guida nelle profondità della montagna e degli uomini, e ci mostra una pagina epica della nostra storia, scritta da un’Europa appena uscita dalla guerra ma capace di guardare con fiducia al futuro.
L’autrice
Sara Loffredi è nata a Milano nel 1978. Ha esordito nel 2014 con La felicità sta in un altro posto (Rizzoli). Nel 2017, insieme a Luigi Celeste, ha scritto Non sarà sempre cosí (Piemme). Fronte di scavo è il suo primo romanzo per Einaudi.
Questione di Stilo, di Cesare Verona, edito da Giunti Editore
Il Libro
Torino, 1919. «Signor Levi, le propongo un affare fantastico: perché non fabbrica anche lei penne stilografiche a Torino?». Un giovane ragioniere intraprendente guarda dritto negli occhi un noto industriale tessile di Torino, Isaia Levi. L’imprenditore è intrigato dalla proposta del giovanotto che gli sta davanti. Se Torino è nota per aver dato i natali al Regno e se è famosa per le sue pasticcerie, il cioccolato, l’industria automobilistica e quella tessile, non potrebbe diventare la “capitale” della penna stilografica? Qualche giorno dopo comincia l’avventura: «Buongiorno, devo registrare una nuova società». Il funzionario della Camera di Commercio solleva lo sguardo dalle carte e stringe le labbra in segno di considerazione: «Nome della società?». «Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora».Torino, 1889. Un certo Cesare Verona importa in Italia le prime macchine per scrivere di produzione americana Remington. La sua attività comincia in pieno centro a Torino, a una quindicina di minuti a piedi dal luogo in cui sorgerà la fabbrica dell’Aurora. Cesare Verona è il mio bisnonno e io, che porto il suo nome, sono attualmente il quarto patron di Aurora, divenuta la più importante fabbrica italiana di penne stilografiche. È andata così. In questo incrocio “siderale” tra macchine per scrivere e penne stilografiche c’è tutto il paradosso di una storia che ha compiuto ben cento anni. Tutta da… leggere, ora che l’ho scritta per voi. Cesare Verona
Gli autori
Cesare Verona. Discendente di una famiglia legata al mondo della scrittura da quattro generazioni, Cesare Verona è oggi alla guida di Aurora, azienda italiana leader nella produzione di penne stilografiche che grazie alla sua expertise ha saputo coniugare tradizione e innovazione e conquistare i mercati internazionali. Dopo la laurea in Economia ed esperienze manageriali in alcune importanti realtà, quali la Olivetti, Cesare Verona entra definitivamente nell’azienda guidata dal padre, Franco, nel 1990 dando subito impulso alle strategie estere di Aurora. Nel 2011 assume la totale responsabilità della Manifattura, affiancato dalla moglie Linda Di Fonzo.
Adriano Moraglio.Giornalista e scrittore, si è specializzato nel racconto di storie di imprenditori e di imprenditoria. Ha esordito con “Piano piano che ho fretta” (2009, BasicEdizioni, scritto con Marco Boglione) per proseguire con “Ma noi abbiamo continuato a fare” (2011) e “La carica delle 101” (2015), per le edizioni del Sole 24 Ore. Nel 2016 ha scritto con Alberto Balocco “Volevo fare il pasticcere” (Rizzoli) e, nel 2017, con Loris Bonamassa, “Il nostro sogno può continuare” (Mondadori). Per Rubbettino è autore dei romanzi “I custodi della sorgente – L’avventura dell’acqua Sant’Anna” (2018), con Alberto Bertone,”L’artigiano della natura – Storia di un venditore diventato capitano d’impresa” (2018), con Aristide “Artusio, L’altalena rossa – Keyline e la sorprendente vita di una donna di fabbrica” (2018), con Mariacristina Gribaudi, e “Nel salotto di Matera – L’incredibile storia di Egoitaliano & C.” (2019), con Piero Stano.
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ottima scelta