PODCAST PIANOSA, L’ISOLA DEL DIAVOLO di SILVIA GIRALLUCCI. Una riflessione profonda sul senso della pena scritto e raccontato dalla figlia di una vittima del terrorismo
Pianosa è un puntino al largo dell’Elba, uno scoglio piatto nel mar Tirreno che fin dall’antichità è stata una prigione, un altrove dove mandare chi era sgradito. L’isola del diavolo.
Silvia Giralucci, giornalista, il cui papà fu vittima del primo omicidio delle Brigate Rosse, ci capita in vacanza e rimane affascinata dal contrasto tra un luogo dal paesaggio paradisiaco e la sua storia: per 150 anni Pianosa è stata un carcere, colonia penale agricola e poi carcere di massima sicurezza dove sono stati detenuti anche alcuni degli assassini di suo padre, insieme ai vertici del terrorismo rosso, e in quelle stesse celle è stata poi imprigionata la cupola della mafia dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio.
‘Pianosa, l’isola del diavolo’ è un viaggio tra le storie del passato e del presente di Pianosa, storie che intrecciano la storia d’Italia e che portano a una riflessione profonda sul senso della pena. Il carcere duro lenisce il dolore delle vittime? A cosa serve davvero la pena? Che cosa succede alle persone dentro un carcere di massima sicurezza?
L’autrice, Silvia Giralucci ritorna sugli interrogativi che l’assillano fin da bambina, e attraverso le voci di chi ha abitato Pianosa – da bambino, da detenuto, da agente, da guida turistica, da avvocato – racconta i segreti di un luogo sospeso tra inferno e paradiso, esplorando allo stesso tempo il nostro complicato rapporto con la pena. Con una guida ambientale si addentra nella zona carceraria, dove le sezioni sono rimaste in un tempo sospeso dal 1998 quando, improvvisamente, il carcere venne chiuso e l’isola abbandonata. Si trova davanti alla sezione Agrippa, dove sono stati rinchiusi anche alcuni degli assassini di suo padre, e attraverso il racconto di Franco Bonisoli, uno degli autori del rapimento di Aldo Moro, si interroga sul carcere duro e su che cosa possa portare i terroristi ad assumersi la responsabilità dei reati commessi. Nel viaggio, nel tempo e nello spazio, incontra Gaetano Murana, condannato per la strage di Paolo Borsellino, detenuto per 18 anni, di cui 16 al 41 bis la maggior parte a Pianosa, prima di essere riconosciuto completamente innocente e vittima di depistaggi; il direttore di carcere Luigi Pagano, che ha iniziato la sua carriere come vicedirettore del penitenziario di Pianosa, e che dopo una vita passata nell’amministrazione penitenziaria è convinto che il carcere andrebbe abolito, e poi Stefano Ricci Cortili, antropologo fisico che racconta il passato lontano che emerge dagli scavi di Pianosa; i detenuti in semilibertà che abitano l’isola oggi lavorando con i turisti, e i due agenti di polizia penitenziaria Claudio Cuboni e Michele Comune che da trent’anni vivono questo posto sperduto come due eremiti.
“Pianosa l’isola del diavolo “di Silvia Giralucci è stato selezionato da Radio 24 ed Audible lo scorso anno nell’Audible Academy, all’interno del Master in Storytelling Audio creato della 24ORE Business School con Radio 24. Un corso volto alla formazione e alla crescita delle professionalità nel settore dell’audio entertainment in Italia, ideato per sviluppare competenze e professionalità in grado di pensare e realizzare formati audio innovativi.
La versione integrale in 7 puntate di “Pianosa l’isola del diavolo” sarà in onda nel palinsesto estivo di Radio 24, che prende il via il 26 luglio, al sabato alle 17 ed alla domenica alle 19, e sarà disponibile in Podcast Audible Original da settembre solo su Audible.it.
Una versione ridotta della serie è disponibile sul sito di Radio 24 e sulle principali piattaforme.
Silvia Giralucci, è giornalista professionista dal 2001.
Ha lavorato per ANSA, CNNitalia.it, il Mattino di Padova e collaborato con il Sole 24 Ore e Repubblica. È stata caporedattrice a Fabrica (Benetton group).
Per Mondadori Strade Blu ha pubblicato L’inferno sono gli altri (2011). È autrice e co-regista del film documentario Sfiorando il muro (Doclab, selezione ufficiale alla Mostra del Cinema di Venezia del 2012).
Si occupa di comunicazione per enti pubblici e privati. È presidente dell’associazione Casa della Memoria del Veneto.