Planet: a Verona il centro di eccellenza contro i tumori neuroendocrini
Multidisciplinarietà, esperienza, ricerca scientifica. Queste le parole chiave del centro ospedaliero e universitario di Verona “Planet” che opera nell’ambito dei tumori neuroendocrini. A confermare la sua eccellenza a livello internazionale due importanti certificazioni europee. Di recente Planet è stato inserito tra gli otto centri di eccellenza Enets, European neuroendocrine tumor society, in Italia per la diagnosi e cura dei tumori neuroendocrini e tra gli 11 centri italiani di riferimento della rete europea Euracan.
I tumori neuroendocrini rappresentano una patologia rara ma in aumento. Colpiscono soggetti in una fascia di età inferiore rispetto all’incidenza media delle patologie neoplastiche più frequenti. Il loro comportamento, generalmente meno aggressivo rispetto ad altre neoplasie e la disponibilità di cure sempre più efficaci, aumentano l’aspettanza di vita dei soggetti affetti. I tumori neuroendocrini si configurano pertanto globalmente come una problematica socio-sanitaria di crescente rilevanza poiché sempre più pazienti convivono e conviveranno con la cronicità di questa patologia.
Ecco i numeri che meglio descrivono la patologia e l’attività del centro che, da cinque anni, è stato istituzionalizzato dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. I due storici coordinatori e fondatori del centro Enets sono Aldo Scarpa, docente di Anatomia patologica dell’ateneo, e direttore del centro Arc-net e dell’anatomia e istologia patologica dell’Aoui, e Claudio Bassi docente di Chirurgia generale e pancreatica dell’università di Verona e direttore della Chirurgia pancreatica dell’Aoui.
I nuovi pazienti diagnosticati affetti da un tumore neuroendocrino sono circa 5 ogni 100.000 abitanti ogni anno. I nuovi pazienti che accedono al centro scaligero sono, invece, più di 150 ogni anno. Gli interventi chirurgici maggiori per tumore neuroendocrino effettuati nell’Aoui di Verona sono oltre 50 ogni anno.
La multidisciplinarietà rappresenta il cuore della gestione del paziente affetto da tumore neuroendocrino. Nel gruppo lavorano, fianco a fianco, il chirurgo, il radiologo, il gastro-enterologo, l’endocrinologo, l’oncologo, l’anatomo-patologo. Gli specialisti sono supportati anche dal prezioso aiuto del nutrizionista e dello psicologo. Il gruppo lavora insieme da circa dieci anni e ha maturato un’esperienza clinica unica nel panorama nazionale ed internazionale. “Lavorare in team – spiega la dottoressa Sara Cingarlini, referente per la qualità del Centro Enets, significa affrontare le tante manifestazioni cliniche e le tante esigenze di cura del paziente affetto da questo tipo di neoplasia. Ma significa, allo stesso tempo, garantire la miglior presa in carico per ridurre i tempi di attesa, migliorare gli esiti del trattamento facendo sentire, quindi, più al sicuro il paziente”.
L’esperienza è l’altro elemento vincente nella cura di queste neoplasie che hanno molte presentazioni cliniche, moltissimi esiti diagnostici da integrare e altrettante esigenze terapeutiche personalizzate.
La ricerca scientifica, dalla ricerca di base alla ricerca traslazionale, è linfa vitale per le buone prassi cliniche perché consente di mettere a disposizione del paziente percorsi diagnostici e terapeutici innovativi. Il team può contare su ricercatrici e ricercatori al lavoro tra l’Anatomia patologica e il centro di ricerca applicata sul cancro Arc-Net, entrambi diretti dal professor Scarpa. Arc-net è un’infrastruttura dotata di piattaforme tecnologiche all’avanguardia e da esperienze professionali maturate a livello internazionale. È capofila per l’Italia nel progetto del Consorzio internazionale sul genoma del cancro e capofila internazionale del progetto “Ponte”, Profiling orphan neoplasms for treatment election, che si occupa di ottenere il profilo molecolare di tumori che sono orfani di terapie, per indirizzarli a trattamenti mirati in base al profilo molecolare. Nell’Anatomia Patologica ha anche sede una delle più grandi bio-banche a livello mondiale di campioni biologici di pazienti affetti da tumori neurondocrini. Una preziosissima risorsa nello studio e nello sviluppo di terapie oncologiche personalizzate.
“La vera forza del gruppo – aggiunge Cingarlini – è che ognuno degli specialisti che attivamente lavora nel gruppo apporta un contributo unico ed insostituibile. È così per il dottor Luca Landoni della Chirurgia del Pancreas, per il professor Alfredo Guglielmi Direttore della Chirurgia Epato-Biliare e per il suo aiuto prof Andrea Ruzzenente, per il professor Giovanni De Manzoni direttore della Chirurgia esofago-stomaco, per il dottor Antonio Amodio e la dottoressa Laura Bernardoni della Gastroenterologia, per la dottoressa Maria Vittoria Davì della Medicina d’Urgenza, per il professor Mirco D’Onofrio e il dottor Riccardo De Robertis della Radiologia, per il professor Claudio Luchini dell’Anatomia patologica e per il dottor Michele Zuffante della Medicina nucleare. E per tutto il personale infermieristico e dei giovani medici in formazione che negli anni ha supportato l’ambizioso progetto di fare della cura delle neoplasie rare un’eccellenza per Verona”.