OMAR PEDRINI: “Diluvio universale” è il singolo che anticipa “Sospeso”, il nuovo album
Il cane sciolto del rock italiano è tornato: OMAR PEDRINI pubblicherà finalmente un nuovo album di inediti: sarà infatti disponibile su tutte le piattaforme digitali, in cd e vinile per Virgin Music LAS (Universal Music Italia) da venerdì 16 giugno “SOSPESO”. Il preorder è disponibile da oggi: https://omarpedrini.lnk.to/Sospeso.
L’album sarà anticipato da un primo estratto disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 19 maggio. Il titolo del nuovo singolo è “DILUVIO UNIVERSALE” (https://omarpedrini.lnk.to/DiluvioUniversale): un titolo emblematico, per un brano che vuole sensibilizzare contro i cambiamenti climatici, tema caro a OMAR PEDRINI sin dall’esperienza coi Timoria (ricorderemo il profetico “2020” pubblicato come grido per il pianeta già nel 1994). Portavoce da tempi non sospetti di temi alti quali la spiritualità, il legame col pianeta Terra e l’ambientalismo, in Diluvio Universale OMAR PEDRINI canta dell’urgenza di rialzarsi, lottare, non abbandonare le speranze e piuttosto passare dalle parole ai fatti, quasi una dedica alle nuove generazioni per dare loro voce in un brano in cui la ritualità del suo rock si mescola con un attitudine funk e quasi gospel.
“Faccio parte e ho rappresentato la X Generation, – racconta OMAR PEDRINI – la prima generazione sfigata. Noi si protestava duramente nelle piazze, ma vedendo le generazioni di oggi sono basito dall’indifferenza o peggio dall’intolleranza di molti nei confronti delle proteste, per altro pacifiche dei ragazzi dell’ultima generazione. Non capire e non assecondare le loro più che fondate paure e l’insicurezza in cui sono “sospesi” potrebbe portare in futuro a scontri generazionali peggiori e sicuramente più violenti. Se non stiamo tutti quanti attenti e non rinunceremo ad alcuni privilegi sarà un Diluvio Universale”.
“SOSPESO”, in uscita a giugno, è il diciottesimo disco di OMAR PEDRINI tra gli undici scritti per i Timoria e quelli solisti di cui è il settimo. Un lavoro prodotto col suo storico braccio destro Carlo Poddighe (anche coautore di alcuni brani) e suonato coralmente dalla ormai rodata Omar Pedrini Band, che conferisce al lavoro il sound di una solida rock ‘n roll band, con influenze sonore dal post punk – new wave al prog rock anni ‘70, un po’ Timoria, amato da sempre da Omar.
OMAR PEDRINI svela oggi anche la tracklist del disco. Leggendo i titoli delle canzoni se ne percepisce l’urgenza dei contenuti, molto legati all’attualità e alla chiamata per l’impegno sociale : “La giusta guerra”, “Diluvio universale”, “Little boy”, “Col fiato sospeso” (dedicata ai giovani di “Ultima Generazione”); canzoni di spiritualità e addirittura preghiera, “Dolce Maria”, “Ombre etrusche”; l’amore per la figlia adolescente coi problemi dell’ esserlo oggi, “Una ed unica”, la malinconia per l’ultimo periodo felice, gli anni ‘80 di “Plastic Killer” (con il bellissimo testo dell’ amico scrittore intellettuale Giacomo Papi); il grido di speranza di “Finché è finita”. “Nove canzoni e un’Ave Maria” le ha definite l’artista.
Per volontà di OMAR PEDRINI il disco, che esce a sei anni di distanza dal precedente – “ormai faccio un disco ogni 6/7 anni, quando sento di avere qualcosa da dire di importante, intanto largo ai giovani” – per la prima volta non ha alcun ospite. Da sempre, già dai Timoria, Omar apre i suoi dischi a numerosi colleghi, italiani e internazionali, ma stavolta il lavoro era talmente personale e sofferto che Omar ha deciso di dedicarcisi totalmente da solo.
“SOSPESO” è fatto di tanti luoghi diversi: scritto e registrato tra la sua tenuta Buen Retiro in Toscana, da buon rocker contadino come Omar ama definirsi, e il cuore storico della sua sempre amata Brescia, nonostante l’artista viva da 23 anni a Milano. Una Milano europea tornata di gran moda, è vero, ma impoverita dalle dolorose perdite recenti di intelligenze creative come i suoi cari amici Andrea Pinketts, Giovanni Gastel, Matteo Guarnaccia (ai quali il disco è idealmente dedicato) e quella meno recente di Tommaso Labranca che hanno lasciato un grande vuoto nella metropoli meneghina.
Il nuovo lavoro discografico nasce tra il periodo del Covid, che ha lasciato appunto il mondo col fiato sospeso, e il suo intenso vissuto tra la vita e la morte, affrontando solo negli ultimi due anni cinque interventi chirurgici di cui quattro cardiovascolari. Un disco quindi personale e profondo ma dove la voglia di lottare e di vivere emergono continuamente, testardamente. Dedicato alle nuove generazioni da un autore attento ai mali del mondo e da un uomo cinquantenne anarchico pacifista che da tempi non sospetti sogna un’umanità unita nella pace e nella giusta guerra all’inquinamento del pianeta e ai cambiamenti climatici.