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Il bombardamento del 19 luglio 1943
Il bombardamento di Roma del 19 luglio 1943 fu un raid aereo condotto dalla United States Army Air Forces (USAAF) contro la città di Roma, capitale del Regno d’Italia. Il raid fu uno degli attacchi aerei più pesanti subiti dalla città durante la seconda guerra mondiale.
Il raid fu pianificato dal generale Henry H. Arnold, comandante in capo dell’USAAF. Arnold credeva che il bombardamento di Roma avrebbe avuto un impatto negativo sul morale italiano e avrebbe contribuito a far crollare il governo fascista di Benito Mussolini.
Il raid fu condotto da 146 bombardieri B-17 Flying Fortress, che decollarono da basi in Sicilia. I bombardieri volarono su Roma in formazione a V e sganciarono le loro bombe su obiettivi militari e industriali, tra cui l’aeroporto di Ciampino, la stazione Termini e la fabbrica di armi di Tor di Quinto.
Il bombardamento durò circa un’ora e causò la morte di circa 1.500 persone e il ferimento di altre 2.000. I danni alle infrastrutture furono ingenti e molti edifici storici furono danneggiati o distrutti.
Il bombardamento di Roma fu uno dei più controversi attacchi aerei della seconda guerra mondiale. Molti italiani lo criticarono, sostenendo che fosse un atto di terrorismo contro una città civile. Il governo italiano protestò formalmente contro gli Stati Uniti, ma gli Stati Uniti non si scusarono per l’attacco.
Il bombardamento di Roma ebbe un impatto significativo sulla guerra. Contribuì a far crollare il governo fascista di Benito Mussolini e a accelerare la fine della seconda guerra mondiale in Europa.