Oggi in TV: Traini, il lupo vendicatore a “Ossi di seppia”. Con l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti
Luca Traini ventotto anni, nome in codice Lupo. E’ un sabato mattina di quattro anni fa, a Macerata. Lupo si arma, esce di casa, sale sulla sua auto poi si ferma e spara. Spara a distanza ravvicinata, una decina di volte, contro un gruppo di immigrati ferendone sei. Qualche giorno prima sempre a Macerata, il macabro rinvenimento del corpo della diciottenne Pamela Mastropietro, fatto a pezzi e nascosto all’interno di due trolley gettati in un fosso. Dell’ omicidio è accusato un pusher nigeriano.
Il disagio è il fil rouge che unisce le due storie, accompagnato dal terrore della gente. In questo clima di tensioni e paure si affacciano le elezioni politiche del 2018. Tra i primi ad arrivare nella cittadina marchigiana è proprio l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, voce narrante della diciottesima puntata di “Ossi di Seppia, quello che ricordiamo”, da martedì 1° febbraio su RaiPlay. “Su questo sfondo si apre una questione gigantesca per una democrazia: come tenere insieme due termini essenziali quali sicurezza e libertà. Due facce della stessa medaglia… Il compito di una comunità, il compito di una istituzione, il compito dello Stato è far prevalere la parte migliore di ciascuno di noi. Perché si parte da un presupposto elementare che la mia libertà ha un limite indispensabile nella libertà dell’altro. L’odio è la cancellazione di questo limite. E questo colpisce al cuore la nostra vita.”
Il Lupo di Macerata viene bloccato dopo un paio d’ore di terrore, mentre il sindaco della città invita chiunque a non uscire di casa, da scuola, dal proprio posto di lavoro “perché in città c’è uno squilibrato che spara”. Avvolto nella bandiera tricolore, Traini ammette alle forze dell’ordine di aver agito per rivendicare il massacro della diciottenne romana. E’ stato condannato a 12 anni di reclusione per i reati di strage aggravata dall’odio razziale.