A Bretton Woods, nel New Hampshire, dal 1° al 22 luglio 1944 si tiene il più il più importante raduno internazionale dai tempi della Conferenza di pace di Parigi del 1919. Vi partecipano 730 delegati di 44 paesi. Nell’80° anniversario, lo ricordano Paolo Mieli e il professor Ernesto Galli della Loggia a “
Passato e Presente“, in onda lunedì 22 luglio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Alla fine dei lavori, le grandi potenze accettano il piano messo a punto da Harry Dexter White, delegato per il Tesoro americano, e John Maynard Keynes, uno dei più grandi economisti del Ventesimo secolo e delegato per il governo inglese: passeranno alla storia come gli accordi di Bretton Woods. Gli accordi daranno vita a un sistema di regole e procedure volte a regolare la politica monetaria internazionale con l’obiettivo di governare i futuri rapporti economici e finanziari, dopo la fine del conflitto mondiale. Dagli accordi Bretton Woods nasceranno nel dicembre 1945 due grandi istituzioni: la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.
Un elevato livello di intesa tra le potenze sugli obiettivi e sugli strumenti di amministrazione economica internazionale facilitò le decisioni raggiunte dal congresso di Bretton Woods: il fondamento di quell’accordo era la fiducia comune in un sistema basato sul capitalismo. Questo sebbene alcuni paesi sviluppati abbiano preferito basarsi su principi differenti nell’economia nazionale (in Francia, per esempio, si preferisce una pianificazione centralizzata ed interventi statali, mentre gli Stati Uniti d’America preferiscono un intervento statale limitato); ma tutti si sono basati sugli stessi principi per quanto riguarda le politiche che regolano i meccanismi del mercato e la tutela della proprietà privata dei mezzi di produzione. Tuttavia la comunione di intenti superava di gran lunga le differenze politiche. Infatti tutti i governi concordarono sul fatto che fosse sufficiente per placare gli animi, superare le divergenze.