Oggi in TV: Su Rai Storia (canale 54) "Grande Torino" - Omaggio all'epopea degli invincibili Oggi in TV: Su Rai Storia (canale 54) "Grande Torino" - Omaggio all'epopea degli invincibili
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Oggi in TV: Su Rai Storia (canale 54) “Grande Torino” – Omaggio all’epopea degli invincibili

Oggi in TV: Su Rai Storia (canale 54) "Grande Torino" - Omaggio all'epopea degli invincibili Oggi in TV: Su Rai Storia (canale 54) "Grande Torino" - Omaggio all'epopea degli invincibiliUn romanzo sportivo e una leggenda nazionale entrati nella storia dello sport e del Paese: l’epopea degli invincibili in maglia granata, la squadra del Grande Torino, vittima della sciagura aerea di Superga, il 4 maggio 1949. Un racconto affidato al doc “Grande Torino”, che Rai Cultura ripropone martedì 4 maggio alle 15.00 su Rai Storia per un omaggio a quell’imbattibile squadra granata. A raccontare le storie dei giocatori e ricordare le gesta del Grande Torino, Guido Vandone e Umberto Motto, i ragazzi delle giovanili che presero il posto dei “grandi” nelle ultime quattro giornate del campionato 1948/49. E poi i giornalisti Giampaolo Ormezzano e Italo Cucci, lo storico Mauro Canali, e i famigliari dei calciatori, tra cui Susanna Egri, figlia dell’allenatore Egri Erbstein, Franco Ossola, Pierluigi Gabetto, e Sandro Mazzola, ex calciatore e figlio del capitano della squadra, Valentino Mazzola.
Quel Torino era una squadra che aveva vinto tre campionati di fila, dal 1946 al 1948, macinando record e fornendo l’ossatura alla Nazionale italiana, valorizzando campioni come Virgilio Maroso, Guglielmo Gabetto, Mario Rigamonti, Franco Ossola, e il capitano Mazzola. La loro storia è quella dei ragazzi degli anni ‘40, giovani uomini simbolo dell’Italia che si risollevava dopo la guerra, rimboccandosi le maniche alla ricerca di normalità. La tragedia distrugge i sogni di migliaia di ragazzini e apre le porte della leggenda ai 17 giocatori, periti con tre allenatori, tre dirigenti, tre giornalisti e quattro uomini dell’equipaggio. Superga diventa il primo lutto collettivo dell’Italia moderna, l’anno zero del calcio italiano, la pietra d’inciampo della memoria condivisa del Paese.

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