Oggi in TV: Storia delle nostre città: Asti – Su Rai Storia (canale 54) la città delle cento torri
Un luogo da scoprire con calma, godendosi incredibili dettagli, come le torri che sorgono vicino ai palazzi medievali, individuabili per il colore rosso del mattone e il giallo del tufo che s’intrecciano in delicate cornici e decori. E’ Asti la meta di “Storia delle nostre città” in onda lunedì 1 febbraio alle 21.10 su Rai Storia. Una città circondata da un mare di colline coltivate a vigneti, che ha trasformato l’essere fuori dai grandi circuiti del turismo di massa nel suo maggior pregio e che vive oggi una forte propensione nei confronti dell’industria e del commercio mantenendo salda l’anima artistica che ha segnato la sua storia. Una storia intensa che parte più di duemila anni fa quando antiche popolazioni di origine ligure fondarono il primo centro abitato. Successivamente, sotto il dominio romano la città prese il nome di Hasta Pompeia e, grazie alla sua favorevole posizione, divenne un nodo stradale obbligato per il traffico delle merci tra la costa ligure e le Alpi. Dopo il periodo imperiale, Hasta subisce una brusca crisi economica. Divenne residenza episcopale e sede di un importante Ducato longobardo. In seguito, verso la fine del XI secolo si tramutò nel più importante libero comune piemontese, nonché uno dei più potenti e ricchi comuni d’Italia. Nel 1155 subì un violento assedio da parte delle truppe dell’imperatore Federico I detto il Barbarossa. Tra il XVII e il XVIII secolo fu ripetutamente occupata ed invasa ma ancora oggi mantiene la testimonianza di un passato nobile e influente tra torri medievali e portici ottocenteschi. Oggi la città è famosa in tutto il mondo non solo per il suo grande passato ma anche per i suoi magnifici vini, in particolare l’Asti spumante. Ogni anno infatti, a settembre, vi si tiene uno dei concorsi enologici più importanti d’ Italia, denominato la Douja d’Or. Celebre è anche il suo Palio storico, manifestazione tra le più antiche d’Italia, che si svolge alla fine dell’estate e culmina con una corsa di cavalli montati “a pelo”, ovvero senza sella.