Oggi in TV: Rai Cultura ricorda Franco Basaglia – Su Rai Storia (canale 54) a quarant’anni dalla morte
A 40 anni esatti dalla scomparsa avvenuta il 29 agosto 1980, Rai Cultura ricorda sul suo canale Rai Storia Franco Basaglia, il più influente psichiatra del XX secolo, promotore di una legge rivoluzionaria, ma anche discussa, che nel 1978 aprì le porte degli ospedali psichiatrici fino a quel momento molto più simili a un carcere che a dei luoghi di cura.
La programmazione dedicata si apre sabato 29 agosto alle 18.30 con lo storico reportage realizzato da Sergio Zavoli per Tv7 nel 1969 “I giardini di Abele”. Il giornalista entra nell’Ospedale psichiatrico di Gorizia, dove, nel novembre 1962, l’equipe diretta da Franco Basaglia, aveva trasformato un reparto in “comunità terapeutica”, abbattendo le recinzioni e aprendo i cancelli. Nel servizio, Sergio Zavoli intervista Basaglia sul valore di denuncia civile dell’esperimento di apertura del reparto e sull’assenza di cura dei malati psichiatrici nelle strutture tradizionali detentive. Alla domanda conclusiva di Zavoli: “Le interessa più il malato o la malattia?”, Basaglia risponde: “Decisamente il malato”.
Alle 20.30 in “Passato e Presente”, Paolo Mieli e la professoressa Vinzia Fiorino raccontano il percorso che portò Franco Basaglia, in circa un ventennio, a rivoluzionare la psichiatria. Si parte dall’arrivo dello psichiatra a Gorizia nel 1961, si analizza la nascita, nel 1973, del gruppo di studio e di lavoro “Psichiatria Democratica”, che Basaglia fonda con la moglie e collaboratrice Franca Ongaro, per promuovere un rinnovamento radicale della normativa psichiatrica e il superamento definitivo dell’istituzione manicomiale. Si arriva al 13 maggio 1978 quando viene approvata la legge 180 che, tra i vari provvedimenti, abolisce gli ospedali psichiatrici.
L’omaggio su Rai Storia si chiude alle 21.10 con il film “La seconda ombra”, proposto per il ciclo Cinema Italia. È il racconto della vicenda umana e professionale di Basaglia come nuovo direttore dell’ospedale psichiatrico di Gorizia. È una sera d’estate quando il medico convoca i pazienti nel parco dell’ospedale e propone loro di abbattere il muro di cinta che separa la città dalla loro realtà. Così, poeticamente, 500 “reclusi” iniziano ad abbattere il muro che nasconde al mondo la loro condizione.