L’11 marzo 1985 l’Unione Sovietica ha un nuovo leader, il primo presidente sovietico a esser nato dopo la Rivoluzione d’Ottobre: si chiama Mikhail Gorbaciov. Un personaggio analizzato dal professor Adriano Roccucci con Paolo Mieli a “Passato e Presente” in onda mercoledì 30 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, in occasione del primo anniversario della scomparsa.
Le due parole d’ordine del suo piano di riforma sono “Perestrojka” e “Glasnost”, ossia “Ristrutturazione” e “Trasparenza”, a fronte di un Paese in crisi, soffocato da burocrazia, dogmatismo ideologico e corruzione. L’apertura all’Occidente, uno dei tratti distintivi della politica di Mikhail Gorbaciov, a partire dall’incontro con Margaret Thatcher nel 1984, un anno prima di essere eletto segretario generale, e nello specifico la sua capacità di instaurare rapporti politici e umani con Ronald Reagan, condurrà a una serie di accordi per la limitazione delle spese militari, contribuendo indirettamente al crollo del muro di Berlino e alla fine della Guerra Fredda. Ma il suo piano di riforme non dà i risultati sperati. Nell’URSS della perestrojka le merci e i beni di consumo scarseggiano; le Repubbliche Sovietiche vogliono e ottengono l’indipendenza.
Il 25 dicembre 1991 Mikhail Gorbaciov, dopo un fallito golpe ai suoi danni, si dimette dalla carica di presidente: è la fine del suo progetto di riforme, e la fine di un impero.