Oggi in TV: Luca Pancalli, viaggio oltre i limiti fisici. Il Presidente del CIP si racconta a ConverseRai
“Per me un atleta è ogni essere umano che ad un certo punto si pone dei limiti nell’esercizio di un’attività fisica e tenta di superarli. E allora perché distinguere fra un atleta disabile ed un atleta normodotato?” Così il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli risponde nell’intervista a ConverseRai, il programma sull’inclusione di Rai per il Sociale, disponibile su RaiPlay dal 12 novembre, intrecciando vicende personali e passione sportiva. Il risultato è una visione della disabilità realista e coraggiosa. “La prima cosa che mi disse mia madre – appena messe le rotelline della sedia dentro casa- fu: ‘Alt, te lo dico adesso, non te lo dico mai più, non sei diverso dai tuoi fratelli, non cambia nulla, le regole valgono per te come valgono per gli altri”. Un passo importante per affrontare il mondo. E anche i figli di Pancalli hanno vissuto la sua disabilità in modo diverso: “Sono cresciuti con un papà in carrozzina – racconta il campione paralimpico – quando erano piccoli, spesso la mattina non trovavo la carrozzina vicino al letto, perché qualcuno di loro l’aveva presa e ci stava giocando per casa. Per loro la carrozzina è sempre stato uno strumento di gioco”. Un innocente disincanto che non ha mai perso il suo slancio: “Ancora oggi, mio figlio – che ormai ha 22 anni – si mette sulla mia carrozzina e va in giro per casa; e io devo gridare per farmela riportare. Per lui è stato normale così. E mi ha confermato che tutta la passione che io metto sul tema cultura è corretta”. Parlare di inclusione non riguarda solo chi disabile non è, ma significa anche saper spiegare ad un giovane diventato disabile che bisogna “Guardare a quello che è rimasto – spiega Luca Pancalli – non a quello che si ha perso. La vita non è tutta rose e fiori, ci sono tanti ostacoli, ti verrebbe voglia di prendere e mollare tutto. Le domande che ti poni sono sempre le stesse: “Perché proprio a me? Però la vita è meravigliosa e vale la pena viverla e attrezzarsi per fare di tutto perché si mantenga bella come tu la sognavi”. Quando si parla di inclusione sono tutti responsabili: il disabile, la società e le istituzioni. E proprio alle istituzioni si rivolge Pancalli: “Bisogna investire nella cultura e nei giovani. Perché i giovani con una cultura avanzata saranno cittadini migliori e sapranno guardare alle differenze come un valore dal quale attingere, non qualcosa da eliminare” .