Oggi in TV: “Linea Verde” tra le Valli di Comacchio e il Delta del Po. Storie di acqua e di terra
È quella parte di Italia che più di ogni altra testimonia la volontà dell’uomo nei secoli di strappare territori per il proprio sostentamento. Le Valli di Comacchio e il Delta del Po dell’Emilia-Romagna – dove le zone umide sono state trasformate in agricole, con un sostanziale equilibrio tra i due habitat – sono al centro di “Linea Verde”, in onda domenica 20 marzo alle 12.20 su Rai 1. In primo piano le bonifiche, promosse sin dal 1600 dagli Estensi, la compensazione tra acque dolci e salate, le idrovore sempre in attività dalla seconda metà dell’800 come quella di Codigoro. Partendo proprio dalla cittadina di Comacchio, la “piccola Venezia”, protagonista gastronomica della puntata non poteva che essere la famosa anguilla. È l’occasione per parlare della crisi ittica che coinvolge tutta l’area del Delta. In particolare, la pesca dell’anguilla è proibita fino alla fine di marzo per consentire un ripopolamento seppur piuttosto limitato. Dal Delta alla Camargue, la Spiaggia Romea ricorda senz’altro questa famosa zona della Provenza dalla quale provengono i bellissimi cavalli. Qui, infatti, hanno trovato l’ambiente delle proprie origini oltre 60 esemplari di questa razza insieme ad altrettanti tori sempre della Camargue. Un parco dove gli animali vivono in stato semibrado insieme a decine di daini e una moltitudine di animali da cortile: il sogno, avveratosi, di un grande imprenditore ortofrutticolo intervistato da Beppe Convertini che racconta come la creazione di questo parco sia il frutto del suo amore per gli animali. Tra le altre tappe di questo viaggio tra le province di Ravenna e Ferrara, non poteva mancare la visita di Peppone a un forno per la tradizionale “Coppia Ferrarese”, un allevamento sperimentale di ostriche, e l’Abbazia di Pomposa. Si parlerà poi di “Paesaggi d’acqua” e di “idrofilia”, ovvero di affezione alle zone umide che, secondo recenti studi, risveglierebbe sentimenti ancestrali portatori di benessere. A Goro, infine, un affettuoso ricordo alla sua “pantera”, la grande Milva che non aveva mai dimenticato il suo piccolo paese e le sue umili origini.