Oggi in tv L’educazione sessuale e il divorzio a “Rebus”
Giorgio Zanchini ospita Lilli Gruber
Il comune senso del pudore è cambiato radicalmente dalla rivoluzione sessuale degli anni ’60. Oggi la pornografia fa parte della vita di tutti gli adolescenti o quasi. Ma questo come influenza il loro modo di vivere la sessualità? E perché nel nostro Paese non esiste l’educazione sessuale nel curriculum scolastico? Giorgio Zanchini ne parlerà con Lilli Gruber, che a questi temi ha recentemente dedicato un libro.
E poi, il 12 e 13 maggio 1974 si votò il referendum per il divorzio che cambiò radicalmente la vita civile e sociale di questo paese. Fu una delle prime grandi campagne elettorali mediatiche, combattute a colpi di spot. Cinquant’anni dopo cosa rimane di quella battaglia, nella società e nei media? In studio, il sociologo Edoardo Novelli.
Entrata in vigore nel 1970, la legge aveva introdotto il divorzio in Italia, causando controversie e opposizioni, in particolare da parte di molti cattolici (la dottrina cattolica sancisce l’indissolubilità del vincolo matrimoniale, ma gli antidivorzisti presentarono la loro posizione come motivata laicamente, cioè desunta dall’essenza stessa del matrimonio come istituto di diritto naturale, non come sacramento).
Il fronte divorzista intese la sua battaglia nel senso d’un ampliamento delle libertà civili, ma anche a un cambiamento in senso libertario del quadro politico nazionale: alla vittoria del “No” nel 1974 seguiranno infatti importanti conquiste elettorali delle sinistre nel 1975 e nel 1976 e la formazione di governi con l’appoggio esterno del PCI prima nel 1976 e poi nel 1978.
Al momento della promulgazione della legge, il fronte sociale e politico era fortemente diviso sull’argomento. Le forze laiche e liberali si erano fatte promotrici dell’iniziativa parlamentare (la legge nacque, infatti, a opera del socialista Loris Fortuna e del liberale Antonio Baslini).