Oggi in TV: "La Musica Libera. Storie di note, prigionia, orrori e speranze". Un viaggio nella musica dei campi
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Oggi in TV: “La Musica Libera. Storie di note, prigionia, orrori e speranze”. Un viaggio nella musica dei campi

Oggi in TV: "La Musica Libera. Storie di note, prigionia, orrori e speranze". Un viaggio nella musica dei campi
Un viaggio nella musica dei campi

Dove la musica resisteva, nonostante tutto. Una storia riletta dal documentario “La Musica Libera. Storie di note, prigionia, orrori e speranze” che Rai Cultura, propone giovedì 27 gennaio alle 10 su Rai Scuola, con repliche alle 17.00 e 23.30, e poi disponibile su RaiPlay. Firmato da Pietro De Gennaro e Alessandro Greco con la regia di Alessandra Peralta, produttore esecutivo Luigi Bertolo, il doc è un viaggio nei campi di concentramento e in altri luoghi di prigionia negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Un viaggio che il Maestro Francesco Lotoro e la Fondazione Istituto di Letteratura musicale concentrazionaria portano avanti dal 1989, affinché la musica sia “liberata” e restituita all’Umanità. Una incommensurabile eredità artistica e umana che sarà il cuore della Cittadella della Musica Concentrazionaria, il più grande hub al mondo dedicato alla musica prodotta nei Campi; un luogo dove il “sogno” di Lotoro diventa tesoro artistico, culturale e spirituale del mondo, storia di tutti. Il documentario “entra” con il musicista nei campi Auschwitz-Birkenau, Dachau, Terezin, Buchenwald, Fossoli e nei luoghi di carcere e tortura come San Vittore a Milano e Via Tasso a Roma o anche di internamento come Alberobello. E in questi luoghi riaffiorano storie di grandi musicisti non solo di origine ebraica, ma anche Rom o Sinti o deportati politici. Non mancano le testimonianze di ex deportati ancora in vita che oggi vivono nei kibbuz in Israele o negli Stati Uniti o parenti che mantengono viva la storia dei propri cari. E ci sono anche alcuni strumenti musicali incredibilmente ancora in vita ritrovati e restituiti ai parenti. Strumenti come un violino donato al Maestro Lotoro che suonava ad Aushwitz-Birkenau e che ora, dopo un attento restauro, è tornato suonare. Un violino, che come ha raccontato il liutaio Bruno Di Pilato, nascondeva al suo interno messaggi che i deportati riuscivano a far circolare nei campi.

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