Oggi in TV: La compilation Tv di Riccardo Rossi. L’attore romano disegna la “Domenica Con”
Un “collezionista” di sigle e di tutto quanto fa tv: l’attore Riccardo Rossi racconta la propria passione per il piccolo schermo e per la città di Roma scegliendo e commentando per i telespettatori i programmi della sua “Domenica Con”, lo spazio curato da Enrico Salvatori e Giovanni Paolo Fontana, in onda domenica 7 novembre dalle 14.00 alle 24.00 su Rai Storia.
Un viaggio nei ricordi che si apre proprio con le sigle Tv – che lo stesso Rossi incideva su un registratore – e prosegue rivedendo i luoghi simbolo del piccolo e grande schermo, a Roma, dagli studi Rai di Via Teulada al Teatro delle Vittorie, da Viale Mazzini a Cinecittà.
“Io – ricorda Rossi – andavo lì fuori da via Teulada un po’ da mitomane. Ho chiesto il mio primo autografo ad Alberto Sordi che usciva da Domenica In con Monica Vitti per presentare “Io so che tu sai che io so”. Oppure mi intrufolavo per fare il pubblico che cercava di farsi vedere a “Quelli della notte”: io stavo dietro Roberto D’Agostino, avevo un papillon rosso”.
Tra i programmi del pomeriggio, si rivedono personaggi come Claudio Villa in “Roma 4” e Gabriella Ferri in “Dove sta Zazà”, ma c’è anche la Roma del 1961 – che scopriva il traffico automobilistico – raccontata dalla voce di Arnoldo Foà in “Cento all’ora”, e quella sognata dal carismatico assessore alla Cultura Renato Nicolini in un’intervista con Beniamino Placido. Spazio anche a Cinecittà in un reportage del Tg3 vent’anni dopo “La dolce vita” e all’urbanistica romana con “La casa in Italia. Un mondo provvisorio”.
La prima serata è una lunga dedica ad Alberto Sordi, del quale Rossi è grande ammiratore: si comincia con una puntata di “Italiani. Alberto Sordi, un italiano in tv”, per proseguire alle 21.10 con il film “Il seduttore”, del 1954, dove Sordi sta diventando “Albertone”, con i suoi personaggi reali e cinici, fondando così la “commedia all’italiana”.
Nella “Domenica con” di Riccardo Rossi, poi, il documentario “Ce c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari”: un omaggio al grande regista scomparso e al suo racconto di una Roma diversa, ai margini. Per salutare il suo pubblico, infine, l’attore romano ripropone una delle più celebri sigle di chiusura della Tv, “Non gioco più”, eseguita da Mina e Toots Thieleemans nel 1974 per “Milleluci”.