Oggi in TV: Iconologie quotidiane. A spasso nell'arte con Rodolfo Papa
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Oggi in TV: Iconologie quotidiane. A spasso nell’arte con Rodolfo Papa

Oggi in TV: Iconologie quotidiane. A spasso nell'arte con Rodolfo Papa
A spasso nellarte con Rodolfo Papa

Dal mosaico dell’Annunciazione nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, risalente al V secolo dopo Cristo, all’autoritratto con crocifisso giallo di Paul Gauguin, passando per opere di Albrecht Dürer, Raffaello, Lorenzo Lotto, Michelangelo e Caravaggio: è un viaggio quotidiano nella bellezza in compagnia dello storico dell’arte Rodolfo Papa quello che Rai Cultura propone con “Iconologie quotidiane”, in onda da lunedì 26 settembre a domenica 2 ottobre alle 20.25 su Rai Storia.
Si comincia con il ciclo musivo dell’arco trionfale della Basilica di Santa Maria Maggiore che, in un riquadro, narra il brano evangelico dell’Annunciazione. La rappresentazione contiene elementi apparentemente misteriosi, ma diverrà un modello iconografico per i secoli a venire
Martedì lo sguardo di Papa di posa sul “San Girolamo nello studio” di Dürer, terza delle famose incisioni “Meisterstiche”, in cui il santo viene rappresentato come modello contemplativo e accompagnato da soggetti simbolici.
La “Scuola d’Atene” di Raffaello è la protagonista di mercoledì: nell’affrescare la Stanza della Segnatura nel Vaticano, il grande pittore appresenta l’intera “architettonica dei saperi”, all’interno della quale la filosofia costituisce una componente essenziale.
Da Roma a Bergamo: giovedì si parla della Trinità conservata nella Chiesa di Sant’Alessandro della Croce a Bergamo, in cui Lorenzo Lotto elabora un’originale rappresentazione del mistero trinitario.
Venerdì e sabato, ancora a Roma con Michelangelo e Caravaggio, per analizzare l’apparente disordine formale del Giudizio Universale    del primo e le “anomalie” nel San Giovanni del secondo.
Il ciclo si chiude domenica con l’Autoritratto con crocifisso giallo di Gauguin: una piccola tela – appena 30 x 46 cm, quasi un appunto personale – che permette di comprendere l’intero percorso evolutivo della pittura di Gauguin, che si racconta sospeso, o forse proteso, verso un mondo alieno e “selvaggio”.

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