Oggi in TV: Gli "Italiani" di Rai Storia (canale 54) - Omaggio a Giovannino Guareschi Oggi in TV: Gli "Italiani" di Rai Storia (canale 54) - Omaggio a Giovannino Guareschi
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Oggi in TV: Gli “Italiani” di Rai Storia (canale 54) – Omaggio a Giovannino Guareschi

Oggi in TV: Gli "Italiani" di Rai Storia (canale 54) - Omaggio a Giovannino Guareschi Oggi in TV:  Gli "Italiani" di Rai Storia (canale 54) - Omaggio a Giovannino Guareschi Giornalista, scrittore, disegnatore. E spirito controcorrente. Giovannino Guareschi è il protagonista del documentario di Fabrizio Marini, in onda domenica 11 luglio alle 17.00 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”, per un omaggio a pochi giorni dall’anniversario della morte, nel 1968. Nato a Fontanelle, in provincia di Parma, il primo maggio 1908, Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi deve all’incontro con Cesare Zavattini il primo lavoro come correttore di bozze al «Corriere Emiliano» ed è sempre Zavattini, nel 1936, a proporgli di lavorare per un nuovo quindicinale di satira, il «Bertoldo», a Milano. La guerra porta alla chiusura del giornale nel settembre 1943 e l’8 settembre, come tenente di artiglieria, Guareschi rifiuta di combattere per la Repubblica Sociale: è arrestato dai Tedeschi il 9 settembre e deportato. Due anni di prigionia durante i quali compone “La favola di Natale”, racconto musicato di un sogno di libertà. Dopo la guerra, Guareschi torna in Italia e fonda una rivista con simpatie monarchiche, il «Candido, settimanale del sabato». Nel 1948 esce il primo romanzo su Don Camillo e Peppone. È il primo episodio di una saga ventennale in 346 puntate e 5 film conosciuta in tutto il mondo. La profonda fede cattolica, l’attaccamento alla monarchia e il fervente anticomunismo fanno di Guareschi uno dei più acuti critici del Pci e sono famosissime le vignette intitolate “Obbedienza cieca, pronta, assoluta”, dove sbeffeggia i militanti comunisti che lui definisce “trinariciuti”. Ma nel 1950 una vignetta pubblicata sul «Candido» costa a Guareschi, condirettore del settimanale, la prima condanna per vilipendio al Capo dello Stato Luigi Einaudi. Nel 1954, poi, viene condannato per diffamazione a mezzo stampa su denuncia di Alcide De Gasperi, capo del governo dal dicembre 1945 all’agosto 1953. Nel 1957 si ritira da direttore del «Candido», rimanendo tuttavia collaboratore. Nel giugno 1961 è colto da un infarto, da cui si riprende a fatica e il 7 ottobre dello stesso anno esce il quarto film della famosa saga di don Camillo: “Don Camillo monsignore… ma non troppo”. Dopo la chiusura di «Candido», Guareschi inizia alcune collaborazioni, ma nel 1968 gli viene riproposta la direzione del giornale. Prima di poter riprendere muore per attacco cardiaco, il 22 luglio, a Cervia.

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