Oggi in TV: "Carlo Scarpa e Aldo Rossi. Maestri di poesia e di memoria". Due firme tra astratto e concreto
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Oggi in TV: “Carlo Scarpa e Aldo Rossi. Maestri di poesia e di memoria”. Due firme tra astratto e concreto

Oggi in TV: "Carlo Scarpa e Aldo Rossi. Maestri di poesia e di memoria". Due firme tra astratto e concreto
Due firme tra astratto e concreto

Carlo Scarpa e Aldo Rossi, due architetti estremamente diversi come formazione e visione, maestri di poesia e di memoria. A loro è dedicata la serie in due parti “Carlo Scarpa e Aldo Rossi. Maestri di poesia e di memoria”, ideata e diretta da Francesco Conversano e Nene Grignaffini e realizzata da Movie Movie. Maestri dell’architettura italiana del XX secolo, erano entrambi alla ricerca di una architettura che trascendesse il tempo: Aldo Rossi sembrava trovare le risposte nel pensiero astratto delle cose, Carlo Scarpa nel modo concreto di metterle in luce.
Il primo episodio, in onda martedì 9 novembre alle 19.25 su Rai5, è dedicato a Carlo Scarpa (Venezia, 2 giugno 1906 – Sendai, Giappone, 28 novembre 1978), una delle figure più enigmatiche dell’architettura italiana del XX° secolo e forse in qualche maniera sottovalutata. Maestro nella conoscenza e nell’uso delle forme e dei materiali, Scarpa veniva considerato da molti dei suoi coetanei non un architetto (insieme ad altri grandi come Le Corbusier e Mies van Der Rohe non si laureò in Architettura) ma piuttosto o “solo” un artista.
Il secondo episodio, in onda mercoledì 10 novembre alle 19.25 su Rai5, presenta Aldo Rossi (Milano, 3 maggio 1931 – 4 settembre 1997), figura complessa nell’ambito dell’architettura italiana della seconda metà del ‘900 anche grazie alla portata del suo pensiero e all’elaborazione teorica, all’impatto che i suoi scritti, primo fra tutti “L’Architettura della città”, ebbero nel dibattito sulla disciplina architettonica. Rossi, alla ricerca dei valori permanenti nell’architettura, diventò maestro per intere generazioni, e a più di venti anni dalla sua morte rinascono riflessioni su concetti come la resilienza delle tipologie architettoniche e la permanenza della memoria. Per Rossi l’architettura era “la scena fissa delle vicende dell’uomo, carica di sentimenti, di generazioni, di eventi pubblici, tragedie private, fatti nuovi e antichi”.

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