Oggi in tv arriva "Giuseppe Tucci, sull'altare della terra"
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Oggi in tv arriva “Giuseppe Tucci, sull’altare della terra”

L’esploratore orientalista ricordato a 130 anni dalla nascita

Oggi in tv arriva "Giuseppe Tucci, sull'altare della terra"

Una macchina da presa in mano e i canti del suo conterraneo Giacomo Leopardi in tasca. Così, nel 1933 Giuseppe Tucci entra per la prima volta in Tibet. Una carovana di cavalli e yak attraverso quel territorio arido e spopolato, a 4000 metri sul livello mare. Seguiranno altre 13 spedizioni e diciottomila chilometri a piedi, che faranno di lui il più grande tibetologo di sempre. Ma non solo. Tucci è esploratore, orientalista, storico delle religioni e linguista poliglotta. A 130 anni dalla nascita, “Italiani” con Paolo Mieli gli dedica lo Speciale in onda mercoledì 5 giugno alle 17.30 su Rai Storia, con gli interventi dello storico Francesco Perfetti; di Alice Crisanti, ricercatrice dell’Istituto per gli Studi Storici di Napoli; dell’archeologo Filippo Maria Gambari (è scomparso nel 2020); di Massimiliano Alessandro Polichetti del Museo delle Civiltà – Fondo Tucci; e di Gianfranco Borgani, avvocato e viaggiatore.
Il governo fascista manda Tucci a insegnare alla struttura universitaria di Tagore, a Santiniketan, nel Bengala. Qui si addentra in un filone di ricerca inesplorato: quello del percorso che ha portato il buddhismo dall’India al Paese delle nevi, il Tibet. Ha bisogno di appoggio economico e politico, e gli viene l’idea di un’istituzione, che raccolga anche tutte le conoscenze su Medio ed Estremo Oriente. Mussolini, interessato ai movimenti indipendentisti indiani e ai rapporti politici con l’India, lo appoggia. Nasce così, nel 1933, l’Ismeo, attivo ancora oggi.
La parola rovine è quella che ricorre più spesso nei suoi testi. Le fotografie scattate sono l’unica testimonianza rimasta di alcuni monumenti che incontra e  nel corso delle sue esplorazioni raccoglie oltre 2000 testi e opere d’arte in accordo con le comunità locali. Pezzi che sarebbero andati distrutti con la rivoluzione culturale dopo l’occupazione cinese.
I buddhisti lo considerano uno di loro, impara lingue, dialetti, i monaci lo introducono alle loro dottrine.

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