Oggi in tv arriva “Edvard Munch, un grido nella natura”
Il pittore dell’angoscia
Famoso in tutto il mondo per il suo dipinto “L’urlo”, divenuto simbolo dell’angoscia universale, Edvard Munch è il pittore delle emozioni, che ha saputo esprimere con una potenza ineguagliabile. Un personaggio e un’opera protagonisti del documentario “Edvard Munch, un grido nella natura”, in onda lunedì 29 gennaio alle 19.25 su Rai 5.
Munch attinge, come nessuno ai suoi tempi, dalla propria esistenza per inventare una pittura assolutamente soggettiva, tanto che è difficile comprendere il suo lavoro senza fare riferimento ad alcuni elementi significativi della sua vita: la sua infanzia segnata dalla morte e la sua salute fragile, i suoi difficili rapporti amorosi. Nel corso della sua lunga carriera artistica, ha cercato di esprimere ossessivamente le sue emozioni più violente, soprattutto di fronte alla morte e all’amore. Gli capita, poi, di richiamare elementi tratti dalla natura per esaltarli: il colore di un sole al tramonto, la linea ondulata di un bordo di spiaggia. Niente di più normale per questo norvegese che vive e si allena alla pittura in una sontuosa cornice di mare, montagna e foreste, mentre la natura è un elemento fondamentale dell’identità nazionale. Giocando sui diversi significati della parola natura, il film ripercorre il viaggio dell’artista, prima osservando la natura visibile, poi svelando la natura profonda dei sentimenti umani.
La sua infanzia è stata offuscata dalla malattia, dal lutto e dal terrore di ereditare una condizione mentale che si era frequentemente presentata in famiglia. Studiando alla Scuola Reale di Arte e Design di Kristiania (l’odierna Oslo), Munch iniziò a vivere un’esistenza bohémien sotto l’influenza del nichilista Hans Jæger, che lo esortò a dipingere il proprio stato emotivo e psicologico (“pittura dell’anima”). Da ciò emerse il suo stile.
Dai viaggi che intraprese trasse nuove influenze. A Parigi, studiò le opere di Paul Gauguin, Vincent van Gogh e Henri de Toulouse-Lautrec.